mercoledì 14 ottobre 2009

Nuovo incendio delle eco balle a Coda di Volpe


Un nuovo incendio ha interessato le eco-balle depositate da oltre un anno a Coda di Volpe.
Noi eravamo rimasti ai proclami del Sindaco sul fatto che quelle eco-balle sarebbero state rimosse ad horas, eravamo rimasti alle diffide al Commissariato.
Probabilmente avevamo capito male noi.
Le eco-balle sono sempre lì, ogni tanto prendono fuoco (sarà autocombustione o il solito extracomunitario cattivo?) e continuano ad immettere diossina nell’area nel pieno della zona agricola.
Chissà se coloro cui sono destinati i nostri prodotti venissero a visitare i luoghi se sarebbero contenti di vedere che a fianco al campo di insalata, o di scarole, o di frutta, c’è un deposito di “monnezza” che ogni tanto va a fuoco.
Qualcuno, credo, finirà per domandarsi: ”ma quella diossina che si sprigiona con l’incendio, dove va a depositarsi?”.
Anche per questo fu un grande errore gravissimo rassegnarsi alle eco-balle a Coda di Volpe, non aver avuto la lucidità politica di mettere a disposizione del Commissariato, un sito alternativo, ed è gravissimo non aver ottenuto, oggi, la rimozione di quel deposito, anche perché il bruciatore di Acerra è entrato in funzione da mesi.
Non avevano detto che le “nostre” eco-balle sarebbero state le prime ad essere rimosse per poi portarle al bruciatore?
C’è qualcosa che non funziona.

martedì 13 ottobre 2009

Lo svincolo autostradale di Eboli


La polemica montata, in questi giorni, sulla stampa rispetto alla ipotesi di uno svincolo autostradale, Eboli – Sud in coerenza col PRG della città, e di realizzarne un altro dedicato alla zona industriale Eboli – Battipaglia, che potrebbe servire anche un ipotetico ospedale unico, mi ricorda tanto l’antica vicenda dello snodo ferroviario.
Prima della guerra, Eboli fu individuata come sede dello snodo ferroviario dal quale si sarebbero diramate le strade ferrate per Reggio Calabria da un lato e per Potenza – Taranto dall’altro, ma i proprietari dei terreni da espropriare si opposero con forza.
Una politica debole, priva di un disegno complessivo della città e del territorio, si accordò.
I risultati di quella scelta nefasta li stiamo ancora pagando:lo snodo ferroviario andò a Battipaglia che da allora, in pochi anni, divenne il centro più importante della Piana.
Se abbiamo la necessità di avere un ospedale unico baricentrico fra Eboli e Battipaglia, per evitare che quello della nostra città sia a rischio, questo comporta che si faccia l’uscita autostradale fra le due città; se lo sviluppo dell’area industriale diventa un obiettivo, bisogna capire che con l’apertura della strada “La Carnale” e con la rotatoria sulla S.S. 18, anche in prospettiva dell’interporto, e comprendere che se non c’è quello svincolo dedicato, quello che verrà penalizzato è lo svincolo di Eboli.
Se si realizza, come durante l’Amministrazione Villani più volte si è ribadito, la parallela che parte da Pontecagnano e va verso Capaccio, bisognerebbe capire che se non si realizza lo svincolo Eboli – Sud, che rende più fruibile quello attuale di San Giovanni per chi vuole andare sulla fascia costiera, i flussi turistici necessariamente faranno capo all’uscita di Battipaglia.
La politica deve sapere guardare avanti, deve avere un disegno complessivo del territorio e deve capire cosa comportano scelte e opere pubbliche nel medio periodo.
Non si può continuare con la logica del giorno per giorno.
Parlare di strada vetrina fra Eboli e Santa Cecilia, significa non aver capito cosa è successo negli anni sulla S.S. 18 in termini di degrado, di caos e di invivibilità.
Lasciamo perdere gli slogan, quindi, quelli pagano oggi e guardiamo al futuro di questa nostra città o continueremo a ripetere gli errori che negli anni passati commise quella politica che rinunciò allo snodo ferroviario pur di ottenere, allora, qualche facile consenso.
La politica è, francamente, altra cosa.

lunedì 12 ottobre 2009

L'Amministrazione e le associazioni

La protesta degli scout, quella di “Ebolidiva” hanno riportato alla attenzione dei cittadini ebolitani la gestione clientelare e personalistica della cosa pubblica per cui questa Amministrazione si sta caratterizzando.
Anche per il mondo delle associazioni, se vuoi avere diritto ad una sede o ad un contributo od alla gestione di spazi o immobili comunali, se non rientri fra gli “amici” di qualche potente di turno, non c’è spazio.
Eppure le regole questo Comune ce le ha, se l’è date quasi 10 anni fa.
Purtroppo chi oggi governa questa città, fa finta che non ci siano.
In questo, come in tutti gli altri campi, l’unica regola e quella della convenienza e dell’amicizia.
Alle associazioni in lotta, per rivendicare i loro diritti, ma soprattutto per rivendicare trasparenza e regole certe nella gestione delle cosa pubblica, la più totale solidarietà, con la convinzione che fra qualche mese gli ebolitani, tutti, decideranno di cancellare questa brutta pagina della storia locale.

Gerardo Rosania
Consigliere Regionale de “La Sinistra

mercoledì 7 ottobre 2009

Elezioni 2010 ad Eboli. L'incubo del centro - sinistra : continuità o discontinuità ?

A marzo 2010 anche gli ebolitani torneranno alle urne, per eleggere il nuovo Sindaco e rinnovare il Consiglio Comunale.
I giochi politici, i posizionamenti, sono in pieno svolgimento sia a destra che nel centro – sinistra.
Per lo più ammantati da tatticismo ed ipocrisia e con un grande assente: il programma, il “che fare” per la città!
L’area che sembra avere più problemi è sicuramente quella del centro – sinistra, la quale ha avuto l’onere del governo della città in questi ultimi 15 anni.
Ma ci sono differenze nette fra la situazione del 2005 quando fu eletto Melchionda e quella cui ci approssimiamo.
Nel 2005 il centro – sinistra si presentava unito, con un lavoro positivo alle spalle, per cui avrebbe vinto qualunque candidato alla corsa di Sindaco perché trascinato dalle liste.
Infatti Melchionda vinse le elezioni restando sotto il risultato delle liste del centro – sinistra, pur essendo un personaggio non coinvolto nella vicenda politica che va dal 1996 al 2005, si avvantaggiò del lavoro svolto.
L’elettorato intese premiare la coalizione che aveva governato.
Oggi la situazione è sostanzialmente diversa: il centro – sinistra si appresta alle elezioni sulla scorta di un quinquennio di amministrazione catastrofico, su cui l’elettorato si è già pronunciato, bocciandolo alle provinciali e alle europee del 2009; dal quale “pezzi” più o meno importanti della sinistra, da tempo, hanno preso le distanze; su cui lo stesso sondaggio commissionato dal Comune è stato impietoso: il 70% degli ebolitani ha espresso un giudizio “non positivo”.
Questo quinquennio pesa come un macigno, sulla strada di avvicinamento del centro sinistra ebolitano all’appuntamento elettorale del 2010.
Un macigno che possiamo tradurre in un grande quesito: “continuità o discontinuità” rispetto alla esperienza Melchionda?
Già il fatto che la coalizione discuta sull’opportunità o meno di ricandidare il Sindaco uscente è un fatto politico estremamente importante. Vuol dire che c’è difficoltà a “promuovere” questa esperienza amministrativa, e la paura se non il terrore di una clamorosa sconfitta incombe sul centro – sinistra ebolitano.
Se il centro – sinistra fa la scelta della “continuità” il candidato non può che essere il Sindaco uscente, soprattutto se lo stesso ha dichiarato la propria disponibilità, come sembra aver fatto.
Una scelta del genere, ovviamente, deve mettere nel conto che il centro – sinistra si avvii alle elezioni in ordine sparso, con pezzi diversi che andranno da soli; con quel giudizio negativo dell’elettorato, già noto, di cui parlavamo prima.
Francamente, a me sembra, un suicidio politico!
Ma dopo tanti anni di militanza politica, non c’è più nulla che mi stupisca!
Se il centro – sinistra sceglie la strada della discontinuità, a me pare, esso deve partire da una profonda autocritica su ciò che sono stati questi ultimi 5 anni in termini di metodo e di programmi di governo della città che deve coinvolgere tutti gli artefici politici e fisici di questa esperienza. Per quanto mi riguarda è da giugno 2005 che dico di non riconoscermi in questa Amministrazione e ne sono oppositore!
Discontinuità significa cambiare radicalmente i metodi di governo, significa cambiare gli uomini che hanno “imperversato” in comune in questi anni, presentare un programma che segni una frattura netta rispetto a quanto si è fatto in questa consiliatura.
Qui, poi, scattano le facile ipocrisie: i tentativi di rifarsi la verginità negli ultimi 3 / 4 mesi prima delle elezioni, e senza rendere noto su che cosa avviene la rottura, dopo aver condiviso e contribuito alle più grandi assurdità (mi viene da dire porcherie!) di questa Amministrazione.
Una delle peggio del dopoguerra.
Si rompe sul metodo? Dopo aver assistito e condiviso: il ritorno del clientelismo in comune; ritornare il luogo delle decisioni in capo ad un gruppo di “amici al bar”; la progressiva umiliazione del Consiglio Comunale, che da luogo degli eletti, del confronto e delle decisioni si è ridotto a semplice luogo di ratifica di scelte fatte altrove; alla riduzione delle regole al puro stato di “lacci e lacciuoli” e quindi da rimuovere; la frattura, anche fisica, fra istituzioni e cittadini; dopo aver assistito alla affermazione della politica degli annunci e delle menzogne ai cittadini, al riaffermarsi della logica degli “amici” come categoria di privilegiati al ritorno dell’idea che il cittadino non ha “diritti” ma deve chiedere “piaceri” al politico di turno!
Si rompe nel merito? Dopo aver accettato il condono fiscale; all’aumento delle tasse indiscriminato in un comune che nel 2005 aveva il più basso prelievo fiscale procapite della provincia; all’aggressione del centro antico abbandonato a se stesso e “scempiato” con il “silenzio assenso” del comune nei sui angoli più suggestivi, alle varianti ad personam al P.R.G.; l’aggressione al Piano Regolatore del 2004 col conseguente fermo dell’edilizia; alla scomparsa della politica di pace su cui questo comune non ha proferito più parola; alla riduzione della questione dei migranti ad un problema di sicurezza, rinunciando a qualsiasi politica di integrazione; alle scelte che hanno portato il comune alla “bancarotta”; alla svendita dei terreni dell’Istituto Orientale che appartenevano a tutti i cittadini ebolitani; alla “sanatoria” sulla fascia costiera cittadina dove si è legittimato l’abusivismo di decenni negando qualsiasi programma di sviluppo; allo smantellamento delle strutture di prevenzione dell’abusivismo edilizio che ormai impera in tutta la Piana del Sele; all’abbandono di qualsiasi politica di attenzione verso l’agricoltura; alla gestione “amicale” e straordinaria dell’area industriale, dove per anni non si è fatto un bando per le assegnazioni delle aree; alla scomparsa delle politiche sociali; alla cancellazione di iniziative culturali che erano diventate caratterizzanti per la nostra città; alla collocazione delle eco – balle a Coda di Volpe, per precisa scelta politica; alla umiliazione delle associazioni e dei comitati di quartiere; allo svuotamento della Multiservizi di tutti i servizi ad essa destinati; alla privatizzazione della illuminazione pubblica; alla privatizzazione del cimitero; all’isolamento della città di Eboli dal dibattito sullo sviluppo della Piana del Sele e della provincia; all’abbandono di politiche rivolte alla valorizzazione della storia locale; al progressivo degrado di un territorio sul quale la manutenzione è progressivamente scomparsa; ad una proliferazione di “dirigenti” nella macchina amministrativa; al blocco delle opere pubbliche; alla scomparsa di ogni regola e di ogni controllo rispetto all’apertura di pubblici esercizi; allo spostamento del mercato settimanale senza opportune politiche di accompagnamento; ecc…ecc…!
Il rifacimento della “verginità” politica non è una operazione chirurgica, che si possa fare in qualche settimana. Troppo comodo!
Si faccia pubblica autocritica. Altrimenti dove sta la novità?
La situazione, quindi, è ben diversa da quella del 2005.
Regolamento di conti interni, giochetti e ipocriti riposizionamenti non servono.
La disfatta è dietro l’angolo!
Ecco perché la Sinistra ha il dovere di muoversi con rapidità e con decisione, marcando la “cesura” netta rispetto all’esperienza amministrativa di questi ultimi cinque anni e mettendo in campo un programma fortemente innovativo che guarda al futuro di Eboli.
Un programma che collochi Eboli nella Piana del Sele, avendo ben presente che o si riesce a mettere in campo una politica di sviluppo di un intera area vasta, come la piana, o si parla di “aria fritta”.
Un programma che metta la questione dello sviluppo e della occupazione al centro; che ridisegni urbanisticamente la città, ripristinando regole di governo del territorio sapendo che l’abusivismo, il consumo di suolo, l’impermeabilizzazione ha come risultato quello che è avvenuto a Messina in questi giorni; che ponga la questione del “Centro Antico”, visto come risorsa e opportunità, non come area da aggredire e saccheggiare; le questioni sociali, culturali e della integrazione sociale come indici di civiltà di una comunità; che affronti il tema del risanamento del bilancio del comune anche attraverso una riduzione della tassazione come esito di una vera lotta all’evasione fiscale e della razionalizzazione dei tributi ma, sicuramente, attraverso il taglio di rivoli di spese inutili e clientelari; che rilanci le politiche della partecipazione, attraverso il “bilancio partecipato”, la istituzionalizzazione dei comitati di quartiere e ridando la dignità al Consiglio Comunale; la riqualificazione delle periferie e delle frazioni con servizi, opere pubbliche e collegamenti al centro; che riprenda la lotta all’abusivismo a partire dalla fascia costiera su cui riprendere con la Provincia il progetto “Costa del Sele” rappresenta una scelta di sviluppo di una intera area; restituire al pubblico i servizi che la legge non impone di delegare al privato (a partire dal cimitero); che apra una grande discussione pubblica sulla questione delle terre dell’Orientale da sottrarre a “interessi” occulti, che renda trasparente le procedure di assunzione nei centri commerciali, e che si ponga il problema de commercio in Eboli a seguito dell’apertura dei centri commerciali.
Che rimetta mano alla riqualificazione della macchina amministrativa, dando piena fiducia alle professionalità che nel comune pure ci sono; che sappia fare i conti in termini moderni con le politiche giovanili previa comprensione dei problemi delle nuove generazioni.
Io credo che la Sinistra su questi temi, oltre ad altri che sicuramente sono sul campo, debba aprire un grande confronto con la città e su questo cercare le opportune convergenze politiche, se possibile.
Altrimenti si accettano le sfide!
Dove sarebbe la novità, se ci riducessimo ad un accordo ad ogni costo?
Eboli ha bisogno di ritrovare l’entusiasmo, di ritornare a riconoscersi in istituzioni credibili e trasparenti.
I “papocchi”, le ambiguità e le ipocrisie non servono, non vanno in quella direzione, ma portano, solo, a coinvolgere tutti in una grande disfatta ed a stroncare, sul nascere, quella voglia di “risollevarsi” che proviene da tanta parte della comunità ebolitana.
Io lo ritengo un errore! Io non ci sto!

Gerardo Rosania
Consigliere Regionale “L a Sinistra”

sabato 3 ottobre 2009

La tragedia di Messina - Ipocrisie e lacrime di coccodrillo

Una pioggia forte, un evento sicuramente eccezionale, ed ecco mezza montagna che viene giù, ed eccoci a guardare per televisione immagini drammatiche, ad assistere la conta dei morti, a leggere di atti di eroismo, a vedere i personaggi di sempre a versare qualche lacrima "ipocrita", a puntare tutti il dito contro l'abusivismo e contro il dissesto idrogeologico come se fossero una sorta di "calamità" divina.
Io non ci sto! Io dico basta a questa grande ipocrisia!
La colpa e dell'abusivismo? Bene!
E cosa diciamo rispetto a due condoni edilizi (1994 - 2005) che hanno legittimato milioni di metri cubi di cemento abusivo, concentrato per circa l'80% nel Mezzogiorno d'Italia?
La colpa e del dissesto idrogeologico? Bene!
E cosa diciamo del fatto che, da anni, a chi dice che bisogna mettere in campo un grande investimento per una gigantesca opera di manutenzione di un territorio così gracile, si risponde che non ci sono soldi e che sono mossi solo da vecchie ideologie?
E intanto vengono trovati i soldi per irreali operazioni militari e per opere faraoniche di cui nessuno a bisogno (ponte sullo stretto, variante di valico ecc...)
La colpa è dell'impermeabilizzazione del suolo? Bene!
E cosa diciamo del fatto che i piani regolatori che cercano di tutelare il suolo, a partire da quello agricolo, vengono accusati di "ingessare" lo sviluppo e si lavora a "varianti" tese ad aggirare questi vincoli?
La colpa è della antropizzazione forzata e delle cose nate male, una sopra l'altra? Bene!
Ma sbaglio o il 13 marzo, con l'accordo Stato - Regioni, si è dato il via libera ad operazioni di ampliamento e di ulteriore cementificazione nelle città? E da allora tutte le Regioni d'Italia stanno legiferando, chi con maggiore chi con minore oculatezza, per consentire questa ulteriore colata di cemento! Sempre nel nome dello sviluppo economico ovviamente!
Per lo meno si tacesse. In questo quadro di tutto abbiamo bisogno salvo l'ipocrisia.
Forse ci sarebbe bisogno che la sinistra avesse la forza di ricollocare "il governo del territorio" al centro della propria riflessione politica, rinunciando a rincorrere la destra nel racimolare qualche facile consenso anche su questo terreno.

lunedì 28 settembre 2009

Il Piano Casa della Regione Campania

La posizione assunta dal gruppo de “La Sinistra” in consiglio regionale, nei confronti del provvedimento, che andrà in discussione nell’assise regionale il prossimo 30 settembre, conosciuto come “piano case” è particolarmente ferma.
Il provvedimento è il frutto dell’accordo Stato – Regioni del 31/3/2009, che precede la possibilità per le Regioni di legiferare la possibilità di aumentare la volumetria delle case mono e bifamiliari del 20%, oppure di demolire e ricostruire aumentando del 35% la volumetria.
Questo, dice l’accordo, per rimettere in moto l’economia.
Si può essere d’accordo o meno sul fatto che l’economia del mattone possa avere questo ruolo trainante, ma tant’è: c’è un accordo da onorare. Su questo hanno legiferato ormai 13/14 regioni che si sono mosse entro questa “cornice” dell’accordo Stato – Regioni. Tutte le regioni, praticamente nessuna esclusa (di destra e di sinistra!) evitano di passare dal terreno “edilizio” (l’ampliamento!) a quello urbanistico (il governo del territorio!); tutte le regioni precisano che sulle costruzioni abusive condonate l’ampliamento non è consentito oppure, se consentito, viene detratto dall’ampliamento il volume condonato; tutte le regioni precisano che i Comuni debbano, entro tempi perentori, individuare aree comunali dove la legge non si applica; tutte le regioni si pongono ilo problema della non cumulabilità di quello che si può ampliare perché già previsto dagli strumenti urbanistici con l’ampliamento consentito a seguito all’accordo Stato – Regioni; le regioni più avanzate dal punto di vista del governo del territorio si pongono il problema della “coerenza” con gli strumenti urbanistici comunali (come richiesto dallo stesso accordo Stato – Regioni).
La Regione Campania, che ha il primato delle costruzioni abusive; che ha il primato delle case vuote nei centri antichi; che ha il primato delle persone che cercano alloggi, benché ad esempio una città come Napoli dove dal 1971 ad oggi la popolazione e diminuita di 266.594 e i vani sono aumentati di 500.000 unità; che ha una gracilità idrogeologica unica, che ha un rischio sismico fra i più alti; che ha rischio vulcanico al punto di avere una “zona rossa” che dovrebbe essere evacuata; che ha città con densità abitativa fra le più alte del mondo; che ha situazioni di periferie urbane fra le più degradate; che ospita una delle organizzazioni criminali più feroci del mondo: la camorra; cosa fa?

1) Decide di negare il governo del territorio (per ottenere che i comuni potessero dire la loro parola sulla legge si è avuta una battaglia di mesi)

2) Decide che i piani regolatori, anche dove esistono non contano nulla e vengono vanificati (parlare di coerenza con gli strumenti urbanistici locali, di piani attuativi, è sembrato una bestemmia)

3) Decide che le strutture industriali dismesse, senza precisare da quando tempo, possano essere convertite in abitazioni (in altri termini, per stare alla nostra realtà provinciale, se l’Alcatel chiude, chi la compra potrebbe, sulla base della normativa regionale che si vorrebbe approvarla, trasformarla in case!)

4) Decide che quelle variazioni di destinazione d’uso possono essere chiesti da chi, non un anno fa, ma domani mattina risulta essere il proprietario (ma che è l’imprenditore che può mettere in campo moneta liquida per business di tali dimensioni, portandone anche il prezzo d’acquisto fuori mercato? A noi risulta avere un nome: la camorra!)

5) Decide che chi ha realizzato abusivamente può anche ampliare l’abusivismo realizzato. E se non ha ancora condonato ha una corsia preferenziale per condonare.

6) Decide che dove gli strumenti urbanistici consentono la ristrutturazione con ampliamento di volumetria, si può ampliare ulteriormente a seguito dell’accordo Stato – Regioni.

7) Decidi il maxi condono in area agricola, consentendo forme di cambio di destinazione d’uso. Per cui i famosi “annessi agricoli”, abusivi o meno, diventano abitazioni. Senza nessuna connessione con l’attività agricola.

8) Decide che la legge 16/2004, sull’urbanistica, e la legge 13/2008, quella sul P.T.R., sono da cancellare. Vanificando anni di lavoro per dotare questa Regione di leggi sul terreno del governo del territorio.

Questo è “il piano case” regionale, fra quello che è uscito dalla Giunta Regionale e quello che in la “destra” è riuscita a far passare davanti ad un P.D. mai cosi in imbarazzo.
Una legge “unica” in Italia, che ci ricolloca, immediatamente, agli ultimi posti sul terreno del governo del territorio.
A nostro avviso un disastro!
La cosa che ci allarma è il trasversalismo che abbiamo registrato fra un P.D., mai così in imbarazzo, ed una “destra” in pieno furore da devastazione.
Tutti impegnati in un rincorsa a qualche centinaio di voti per le prossime Regionali.
Tutti già pronti con i fazzoletti in mano per versare qualche lacrima ipocrita al prossimo morto per il dissesto idrogeologico, seguito dalla eccessiva impermeabilizzazione del suolo, o per qualche crollo nel centro antico. Tutti pronti a scagliarsi veleni e scambiarsi responsabilità, alla prossima rilevazione dell’abusivismo in regione, o nello scempio paesaggistico, o sulle condizioni di vita nei nostri paesi, o sulla crisi dell’agricoltura che chiede suolo che le viene sottratto.
La Sinistra ha condotto la sua battaglia fino in fondo.
E se si parlerà di Edilizia Sociale, di ruolo dei Comuni, di limiti temporali nella sì dismissione degli immobili industriali se la legge sull’urbanistica verrà salvata, questo è dovuto solo ed esclusivamente a quella battaglia.
Ma a noi non basta.
Una pessima legge resta una pessima legge.
Dura sarà la posizione in Consiglio Regionale.
Lo abbiamo annunciato anche con una nota al Presidente Bassolino: non c’è vincolo di maggioranza che tenga su un tema come questo.

lunedì 7 settembre 2009

Solidarietà ai lavoratori dell'Alcatel - Lucent di Battipaglia

Il gruppo Consiliare Regionale della “Sinistra” esprime solidarietà e vicinanza ai lavoratori dell’Alcatel – Lucent di Battipaglia, che continuano a permanere in uno stato di incertezza rispetto al proprio posto di lavoro, nonostante tavoli aperti e sopratutto nonostante la professionalità e le qualità che quella fabbrica esprime.
Così come abbiamo già fatto qualche mese fa, allorquando si avviò la vertenza Alcatel, produrremo apposita interrogazione consiliare all’Assessore Regionale al Lavoro di riferire sulla questione in consiglio.
Inoltre inviteremo il Presidente della Commissione Consiliare alle Attività Produttive di avere la massima attenzione sula vicenda, per evitare che uno dei capi saldi dell’alta tecnologia dell’intero mezzogiorno d’Italia chiuda , chiedendo che la commissione si riunisca nel sito dell’Alcatel per un sopralluogo.

giovedì 3 settembre 2009

La mediateca di Eboli chiude!

Una voce insistente ci informa che la “Mediateca Comunale”, sita a San Francesco, è stata, di fatto, chiusa.
Ufficialmente per mancanza di fondi per pagare le retribuzioni.
Privare la città, gli studenti, gli studiosi locali e nazionali, di una fonte così preziosa è un atto di una gravità unica.
Se poi la motivazione è quella dei finanziamenti, siamo di fronte al fallimento di una cultura di governo, proprio del centro – sinistra, ed all’apoteosi della logica di governo della destra: mancano i soldi? Tagliamo, innanzitutto, le spese per la cultura.
Porre dei dubbi sulla estrazione politica e culturale di questa amministrazione, si conferma come un dato reale.
Già abbiamo dovuto assistere in questi anni all’oblio e all’abbandono dell’archivio fotografico Gallotta, diventato qualcosa di estraneo alla città; alla mancata pubblicazione del terzo volume di quella raccolta fotografica curata dall’università di Salerno; alla interruzione delle pubblicazioni, a cura del comune, delle tesi di laurea, degli studi e delle ricerche che riguardano la nostra città ed il nostro territorio; alla eliminazione di quell’appuntamento culturale internazionale che era diventata “Vissi d’Arte” (“capiscono di lirica gli ebolitani?”. La miseria e l’arroganza culturale al fondo di quella scelta!); alla cancellazione della memoria nostra rispetto ai fatti drammatici della seconda guerra mondiale che colpirono la nostra città (la lapide alle vittime dei bombardamenti del 1943 è lì, a San Pietro alli Marmi, che grida vendetta.
La chiusura della mediateca comunale sarebbe, semplicemente, il colpo di grazia.Non ci resta che sperare nei “neo – melodici”, e c’era bisogno del centro sinistra al governo della città?

Precari della scuola - il lavoro è un diritto

Esprimo a nome del gruppo regionale della “Sinistra” la piena solidarietà ai lavoratori precari della scuola che, in questi giorni, stanno lottando per il loro diritto al lavoro.
Ormai da troppo tempo si sta dimenticando, in questo paese dove la destra imperversa, che il lavoro è un diritto!
Una politica scolastica che si preoccupa più delle “compatibilità finanziarie” con la logica del ragioniere, piuttosto che della formazione, dei programmi e delle modalità d’insegnamento, sta mettendo in ginocchio la scuola italiana e sta mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Dura ricaduta sui lavoratori della scuola e sulla provincia di Salerno in particolare.
Anche nelle scelte di politica scolastica conferma lo scarso interesse che questo governo, questa destra arrogante ed arruffona, ha verso il Mezzogiorno d’Italia, ove per decenni il terziario pubblico ha dovuto supplire alle difficoltà occupazionali delle migliaia e migliaia di giovani diplomati e laureati delle nostre terre.
Si trattava di qualificare, di fissare regole da rispettare, di creare opportunità occupazionali alternative.
Non tagliare con cinismo e cattiveria.
Altro che i “bamboccioni” di cui straparla qualche altro rappresentante di questo governo, con toni sprezzanti.
Venga il ministro Brunetta, a far l’emigrante ed a provare come “sa di sale” quella strada.
Venga il ministro Brunetta a fare il pendolare nelle nostre zone, senza strade, senza mezzi di comunicazione con spostamenti che durano ore.
Quelli sono i “costi sociali” che bisognerebbe tagliare.
Ma che se ne fregano questi signori?
Hanno il potere, gestiscono fanno quello che voglio, hanno occupato i mezzi di informazione, oscurano le notizie sgradevoli e le proteste come quella sacrosanta dei precari.
Ci sono problemi di fondi per la politica scolastica?
Incominciamo a tagliare i contributi che lo Stato dà alle scuole private!
La Regione Campania, tanto vituperata in questi anni, sta già facendo la sua parte.
L’Assessore al ramo ha già comunicato i fondi stanziati, per alleviare la situazione.
Ora tocca al Governo di fare la propria parte.
Abbiamo comunque, concordato con i colleghi della”Sinistra e Liberta” di chiedere che la questione venga discussa nel Consiglio Regionale, per capire come sta facendo e cosa può, ulteriormente, fare la Regione e comunque per chiamare il governo alla propria responsabilità.Seguiremo la vicenda con grande attenzione.

sabato 15 agosto 2009

Il caso aracne e i silenzi del Sindaco

La stampa di oggi, ci consegna l’immagine di un Sindaco in palese e clamorosa crisi di nervi.
Già preoccupato per una campagna elettorale nella quale ancora non ha capito se sarà candidato (e da chi!); senza una maggioranza in Consiglio Comunale per il quale lui stesso parla di “ricatti e pressioni” (senza specificare chi ricatta e chi fa pressione!); senza un partito che lo sostenga per cui lo scontro si consuma sul controllo delle tessere; impossibilitato a chiudere qualche ultimo “fatterello” come le varianti ad personam (colpa di un Consiglio non più “controllabile”); con la questione del governo del territorio che gli è scoppiato in mano, dopo aver smantellato ogni forma di controllo, per cui l’abusivismo imperversa nella Piana e sulla fascia costiera; dopo aver dovuto verificare che neanche la più classica delle manovre pre - elettorali: la leccata di asfalto (nel peggiore stile “socialista” anni ottanta) ha fatto risalire le quotazioni di gradimento di questa Amministrazione dopo essere stato preso a pesci in faccia sulla questione di S. Nicola Varco, dove un giorno annuncia di aver risolto (su progetto in realtà predisposto dalla Regione) ed un giorno vuole “sgombrare” prendendosi lezioni di cultura dell’accoglienza dal Sindaco di Sicignano e le risate al tavolo della Sicurezza Pubblica, si vede arrivare addosso una nuova tegola: il dissesto finanziario.
Già nei dati del Consuntivo 2007 c’erano tutti i campanelli d’allarme di una gestione catastrofica.
Incapacità di riscossione, inesistenza di capacità di recupero dell’evasione, perdita di controllo della spesa.
L’Amministrazione sa benissimo che per evitare il dissesto dovrebbe aumentare tasse e tariffe comunali.
In particolare la TARSU (si dice del 50%) per fronteggiare una situazione disperata del bilancio.
Ma questo significherebbe non fare nemmeno una campagna elettorale che sarebbe già persa in partenza, tanto vale legarsi alla vicenda “Aracne”. Per spostare l’attenzione e per spiegare il “disastro” del bilancio, scaricando su altri la responsabilità.
Nel fare questo, ovviamente e come suo solito, non risponde alle domande che, su quella vicenda, gli abbiamo proposto ripetutamente.
Sembra il “Berlusca” che da mesi non risponde alle domande che Repubblica gli ha posto sulla vicenda “escort”.
Noi siamo pazienti. Come il direttore di Repubblica.
Continuiamo a porre la Sindaco le domande che gli abbiamo avanzato già quattro volte, pubblicamente.
Restiamo in attesa di risposta.
In genere chi non risponde è perché ha degli enormi scheletri negli armadio.
Ma, noi, siamo pazienti.

lunedì 10 agosto 2009

Litigate fra di voi!

Comprendo che, ormai, ad Eboli si è avviata una campagna elettorale che sarà lunga, piena di veleni, tatticismi, riposizionamenti, tentativi di rifarsi una verginità, ma noi la lasciamo volentieri ad altri.
In altri termini: litigate fra di voi!
Noi abbiamo altro da fare: dobbiamo parlare di cosa vogliamo fare, partendo dalla constatazione del fallimento di questa amministrazione.
Valutazione nostra espressa in tempi non sospetti che coinvolge tutti che sono stati parte integrante o che, anche dall’opposizione, hanno taciuto e che si fonda su una convinzione: questa amministrazione col centro – sinistra non aveva nulla a che spartire.
Oggi la pietra dello scandalo diventa la proposta di scioglimento del consorzio PIP. Ennesima manifestazione di incapacità amministrativa di un Sindaco, che invece di porsi il problema di come rilanciarlo e dargli competenze e compiti scopre, oggi, il “costo”, e nulla dice sul come dovrebbe essere gestita l’area industriale. Spero non si pensi ad una sorta di consorzio ASI che, ovunque, è miseramente fallito.
Ma fa specie il fatto che nulla si dice sul fatto che in area PIP ormai assegnano lotti solo con l’articolo 17; che da anni non si emette un bando pubblico; che si consente alle aziende di avere il lotto in area PIP, di rinunciarvi, e di chiedere la variante per andarsene in area agricola; che non si revocano, dopo anni, le assegnazioni del lotto a chi non realizza.
Noi riteniamo che ci sia da fare una ricognizione delle assegnazioni, revocare quelle rimaste ferme, portare a saturazione l’area industriale, completare l’infrastrutturazione come previsto nel PIP.
Ragionare in termini di comprensorio con Battipaglia, per avere la più grande area industriale del Sud Italia ed ottenere l’uscita autostradale: area industriale Eboli – Battipaglia e portare a compimento la realizzazione dell’interporto.
Ma al fallimento sullo sviluppo economico di questa amministrazione, e che coinvolge tutti gli artefici è a 360°.
Nulla si dice rispetto all’agricoltura, che questa amministrazione ha completamente dimenticato.
Nulla si dice rispetto alle varianti al PRG che hanno determinato l’aggressione all’area agricola; che hanno contribuito alla frammentazione della proprietà terriera; che propone che il “Prato” diventi area d’espressione urbana, che accumula ritardi rispetto al Polo agro – alimentare, che porta all’attacco all’area dell’Istituto Orientale una delle più fertili della Piana.
Noi proponiamo che si recuperi una normativa urbanistica che tuteli il suolo agricolo, che consente l’accorpamento perché le nostre aziende stiano sui mercati, che si ponga in termini ultimativi la questione del Polo agro – alimentare vista come opportunità per la Piana tutta, che si incentivi il recupero dei borghi e delle strutture rurali di pregio, che si promuova il marchio D.O.C. dei prodotti della Piana in accordo con gli altri comuni dell’area; e sostenendo e facendo crescere manifestazioni come “la Grande Bufala”.
Nulla si dice rispetto ad un turismo che non è decollato. Dove le modifiche del PUAD che era pronto a partire, le sanatorie a nord della litoranea, l’accettazione passiva delle colate di cemento nella pineta e sulla spiaggia fino a mare, hanno bloccato qualsiasi disegno di sviluppo. Nulla si dice rispetto al progetto “Costa del Sele” rimasto sulla carta nel silenzio assoluto; e sulle proposte di villaggi turistici sepolte dalla burocrazia.
Noi proponiamo che si riprenda, in accordo con gli altri comuni, il piano “Costa del Sele” che definisce tipologia e qualità di posti letto sulla costa, che definisca i parchi a tema, la portualità diffusa, la mobilità sulla costa, la tipologia ed il materiale dei lidi.
Certo, questo va in netta contrapposizione col miraggio del “porto isola”, che questa amministrazione ha sponsorizzato senza pudore!
Il commercio è scomparso in questi anni.
Una crisi profonda su cui nessuno ha inteso discutere.
Ci si è avviati verso il grande Centro Commerciale, perdendo anni per sponsorizzare l’insponsorizzabile, e poi giocando sul G.A.C.P. senza nessuna analisi sulla ricaduta locale.
Noi proponiamo che vada assunto il commercio come risorsa della nostra economia, e che si sviluppino i centri commerciali naturali, a tutela del commercio di nicchia e di qualità a fronte dell’invasione di centri commerciali che corrono il rischio di desertificare la città.
Per lo sviluppo economico diventa importante anche “l’industria del mattone”. Nessuno ha detto nulla quando questa amministrazione bloccando, per meri interessi clientelari, la attuazione del piano regolatore, divenuto operante a dicembre 2004, ha bloccato anche l’edilizia; non un piano particolareggiato è stato approvato, neanche quelli di servizio per cui è titolato il comune (penso a quello dell’area ospedaliera); nessuno ha detto nulla mentre si ragionava e si proponevano le varianti ad personam al PRG.
Noi pensiamo che l’industria del mattone sia importante per l’economia di una realtà come la nostra, nel mezzogiorno d’Italia. Ma questa deve svilupparsi entro una programmazione del territorio, per evitare che confligga con gli altri momenti dello sviluppo economico: da quello agricolo, a quello turistico.
Questo è il terreno su cui vogliamo tenere la discussione, ricordando che noi, rispetto a questa armata Brancaleone che ha governato Eboli in questi 5 anni, siamo stati e siamo l’alternativa.
Ricordando che questa amministrazione nulla ha avuto o ha a che fare col centro – sinistra, visto che si è retta e si regge solo sui voti dei transfughi del centro – destra, e chiedendo, con nettezza chi cerca di rifarsi una verginità: ma dove eravate, mentre avvenivano gli scempi che hanno fatto tabula rasa dello sviluppo economico di questa città.

domenica 9 agosto 2009

La vicenda Aracne

Non c’è amministratore, della cosa pubblica, peggiore di chi per sottrarsi a proprie responsabilità cerca di scaricare su altri proprie leggerezze ed insufficienze.
La vicenda “Aracne” nè è una drammatica dimostrazione che corre il rischio di ricadere sui cittadini ebolitani rovinando definitivamente il bilancio di un comune che, anche senza la vicenda “Aracne”, è già sull’orlo del dissesto finanziario benché disperatamente negato. Non a caso avevamo lanciato l’allarme già sui conti 2007. Ora aspettiamo il consuntivo 2008, sapendo che nel frattempo si è aggiunta la partita dei rifiuti su cui la voragine sarebbe enorme, per avere conferma di una situazione davvero critica.
Sulla questione “Aracne”, noi continuiamo a proporre quei quesiti sui quali, fino ad oggi, non abbiamo avuto risposta benché più volte e pubblicamente avanzate:

1) È vero che la precedente Amministrazione Comunale ha adottato una delibera del 2004 con la quale si rigettava il progetto Aracne sulla base di opportuna relazione della struttura tecnica comunale?

2) È vero che su quella deliberazione venivano riportati tutti i pareri dei funzionari del comune senza che alcuno sollevasse eccezione in merito alla competenza della Giunta ad adottarla?

3) È vero che è stata l’attuale Amministrazione Comunale a decidere di resistere in giudizio sul ricorso Aracne?

4) Perché, se si continua a sostenere che l’Amministrazione precedente aveva commesso un errore (dettato “da furore ideologico”), la attuale Amministrazione non ha cercato un accordo con la controparte evitando il giudizio?

5) Chi ha affidato l’incarico legale, decidendo di non rivolgersi per una partita così delicata agli studi legali cui il comune, con ottimi risultati, si rivolge da anni?

6) È vero che il TAR aveva dato ragione al Comune di Eboli?

7) È vero che al Consiglio di Stato il comune di Eboli non si è presentato a perorare le proprie ragioni?

8) È vero che al Consiglio di Stato non è stata depositata, né è stata richiesta alla struttura tecnica, alcuna relazione sulla vicenda?

9) Chi ha quantificato e poi reso pubblico a mezzo stampa un danno di 10 milioni di euro che il Comune avrebbe dovuto pagare all’Aracne, visto che il consiglio di stato non ha quantificato esso il danno?

10) È vero che solo successivamente si è provveduto ad una perizia, da parte di un esperto appositamente incaricato, che ha quantificato il danno in 3,5 milioni di euro?

11) È vero che il Comune non ha avviato alcun tentativo di accordo bonario col privato, al punto che lo stesso avvocato del Comune ha dovuto sollecitare, per iscritto, l’ente ad assumere qualche decisione?

Noi rimaniamo in paziente attesa delle risposte.

mercoledì 22 luglio 2009

Un altro “non luogo” individuato dall’amministrazione Melchionda

Dopo l’orpello dell’Embrice, il primo “non luogo” che questa amministrazione comunale aveva individuato sul territorio di Eboli ritenendo quindi di poterlo devastare, adesso, dopo “attenta” ricerca hanno individuato il secondo “non luogo”: la scalinatella storica, secolare, di Vico II Attrizzi è stata irrimediabilmente deturpata! Quella scalinata che da secoli gli ebolitani salivano per recarsi da via La Francesca a piazza Attrizzi, passando sotto l’arco di un palazzo, ora non c’è più. Metà della gradinata è stata trasformata in scivolo, eliminando gli elementi lapidei. Ancora una volta la mancanza di cultura, di conoscenza della storia di Eboli e di amore verso la nostra città, infierisce una nuova sanguinante ferita. Sarà anche questa motivata col “ perché è un non luogo” o ci diranno che è un problema di barriere architettoniche, dimenticando che proprio in questi giorni hanno completato i nuovi marciapiedi alla salita dell’Ospedale, dove di scivoli non c’è traccia?Ancora una volta invitiamo gli ebolitani, così come è stato fatto per il borgo e per l’Embrice, a recarsi sul posto a vedere lo scempio arrecato e a chiedere l’immediato ripristino dei luoghi.

domenica 19 luglio 2009

Outlet San Nicola Varco - Eboli

Ieri in un articolo a firma di Antonio Manzo, riportato sul Mattino di Napoli, si faceva riferimento alla questione dell'outlet che deve nascere a San Nicola Varco di Eboli.L'articolo sollevava sospetti sulla presenza di fondi della criminalità organizzata, pericolo per altro già paventato nel quotidiano dibattito politico.I sottoscritti provvederanno a presentare apposita interrogazione all'Assessore Regionale alle Attività Produttive, per la parte che compete alla Regione Campania, e all'Amministrazione Comunale di Eboli, per la parte che compete il comune.Al tempo stesso riteniamo opportuno che le procedure vengano interrotte in attesa che i dubbi sollevati dall'articolo del Mattino vengano chiariti.A tal proposito, invitiamo il Sindaco di Eboli ad inviare tutte le carte relative a questo intervento alla magistratura competente.Rimaniamo in attesa di conoscere la posizione che le forze politiche del centro sinistra intendono assumere su questa tematica.Per noi la questione morale era è e sarà il faro della politica amministrativa.

sabato 4 luglio 2009

Una lunga campagna elettorale

Eccoli! Tutti pronti ai nastri di partenza per una lunga campagna elettorale.
In cui non si parlerà di programmi, ma ci sarà un solo lungo tentativo di: riposizionamento, di smarcamento, di rifacimento della verginità.
Lo scandalo diventa l’idea, malsana, del “Sindaco di se stesso” di sciogliere il consorzio digestione PIP, scoprendo d’improvviso i costi di gestione e senza proporre alternative.
Ed ecco dalla maggioranza, della minoranza (non opposizione, che è altra cosa!) levate di scudo.
Ma il problema, purtroppo, non è la questione del consorzio PIP.
Il problema sta nella “morte” dell’economia locale che, in quattro anni, questa amministrazione comunale ha scientificamente, volutamente determinato.
Come mai nessuna ha detto nulla quando nell’area PIP da anni non si fanno i bandi e le assegnazioni avvengono solo “ad personam” con l’articolo 17?
O quando si revocano assegnazioni avvenute da anni e che non partono?
O quando si consente a qualche impresa di rinunciare al lotto in area industriale per chiederla, con tanto di variante al PRG, nella zona agricola?
E che fine ha fatto l’agricoltura in questa città?
Come mai nessuno ha detto nulla mentre con la manomissione del PRG si cancellava la tutela delle superfici nella Piana? Si consentiva di riprendere la frantumazione aziendale? Mentre si proponeva che località Prato divenisse zona di espansione urbana? Mentre nulla si faceva rispetto al Polo – Agroalimentare? O si “progettava” sulle aree più fertili della Piana come quelle dell’Orientale?
Che fine ha fatto il turismo in questo paese?
Come mai nulla si è detto mentre si accantonava il progetto “Costa del Sele” da Pontecagnano a Capaccio? Mentre con la manomissione del PUAD e con le sanatorie in zona litoranea si legittimavamo le colate di cemento sulla spiaggia e la “fetenzia” a nord della litoranea? O mentre questa amministrazione inneggiava al “Porto Isola” o si rimetteva in cantiere il “Porto Canale”?
Che fine ha fatto l’economia del mattone? Come mai nessuno ha parlato mentre si fermava il PRG divenuto operante dal dicembre 2004? Mentre si bloccavano anche i particolareggiati delle aree di servizio, quale quello ospedaliero, di specifica competenza del Comune?
O mentre si proponeva la devastazione del Centro Antico, con la modifica degli isolati e del tracciato viario? O mentre l’unica politica urbanistica diventava quella delle varianti puntuali?
Che fine ha fatto il commercio in questo paese?
Dove si giocava a trasformare Centri Commerciali in G.A.C.P. e viceversa, dopo essersi impantanati per anni nell’attività di sponsor e senza nessuna attenzione verso le attività commerciali del centro?
Come mai neanche un centro commerciale naturale?
Allora, giochino pure a riposizionarsi.
Ma per presentarsi come alternativa a questa amministrazione (che nulla ha che spartire col centro – sinistra, visto che si sostiene sui transfughi e sui programmi del centro – destra) ci vuole ben altro!

venerdì 29 maggio 2009

Europee, Sinistra e Libertà fa tappa nel Matese


MATESE. Venerdì 29 maggio, alle ore 18, nell’aula consiliare del Comune di Capriati al Volturno terranno un incontro i candidati alle Europee di Sinistra e Libertà Gerardo Rosania e Salvatore Vozza, sindaco di Castellammare di Stabia, assieme all’europarlamentare uscente Vincenzo Aita. Il tema sarà “Lavoro, ambiente ed Europa, opportunità per dare voce alla sinistra delle zone interne”. I candidati saranno poi a Valle Agricola, alle ore 21, per un comizio in Piazza XX Settembre. In questi territori il movimento di Nichi Vendola troverà l’appoggio di un nuovo soggetto politico-culturale, “per la Sinistra Matese”, nato dalla volontà di diverse sensibilità politiche che si riconoscono nella costruzione del progetto europeo di Sl. “Un progetto – spiegano dal movimento – che si inserisce in un percorso ancora più bello: il sogno della costruzione della Sinistra Italiana. Questo sogno ha i ‘primi accenni’ di realtà nel soggetto politico di Sinistra e Libertà, che si presenta alle europee per il quale non chiediamo un voto utile, ma un voto ed una partecipazione ad un sogno utile per l’Italia e per l’Europa”. pupia.tv

giovedì 28 maggio 2009

Rosania in Provincia di Caserta

“LE ECCELLENZE PRODUTTIVE E L’ENORME PATRIMONIO CULTURALE, TERRITORIALE E PAESAGGISTICO DEVONO AVERE IL DIRITTO DELLA RAPPRESENTANZA ALL’EUROPARLAMENTO”. È quanto afferma il candidato alle Europee con la lista “Sinistra e Libertà” attuale consigliere regionale e componente della VIII Commissione Consiliare “Agricoltura, Caccia, Pesca, Risorse comunitarie e statali per lo sviluppo” nel ritornare in provincia di Caserta nell’ambito della sua Campagna elettorale per il Parlamento Europeo.
I due appuntamenti previsti:

a Venerdì 29 maggio ore 18:00 a Capriati
a Venerdì 29 maggio ore 19:30 a Valle Agricola

saranno caratterizzati anche dalla presenza dell’europarlamentare uscente Vincenzo Aita e del Sindaco di Letino Antonio Orsi.
Il contesto politico generale e le emergenze da affrontare quotidianamente porteranno al centro del dibattito politico proprio le criticità che ostacolano lo sviluppo delle aree di alto pregio agro-forestale del territorio provinciale casertano e le opportunità che un’efficace e competente rappresentanza in sede comunitaria può rappresentare per i territori “interni”:
tutela delle eccellenze agricole, salvaguardi e riconoscimento delle produzioni tipiche locali (DOP, DOCG, IGP etc.) sostegno allo sviluppo dei centri rurali.
Tutti argomenti che oggi si “subiscono” proprio per effetto di direttive comunitarie di un parlamento “lontano”.
A tale proposito il consigliere regionale afferma che “…bisogna ribaltare la logica di come viene vissuta la politica comunitaria in Italia e, in particolare, nel meridione; in Europa c’è bisogno di passione, competenza e protagonismo ”.
È il nuovo corso di una Sinistra che si vuole affermare nelle assemblee elettive non per “garantire” apparati partitici ma per portarevi le esigenze e le tensioni sociali dei cittadini e dei territori, di tutti i territori, ma soprattutto di quelle realtà piccole che pur ricche di eccellenze e cultura vengono sempre più compresse da una logica di governo che sta aiutando solo le banche, l’Alitalia o la Fiat (cioè un ristretto gruppo di “amici” iper-pagato che si diverte a darsi semplicemente appuntamento in sedi diverse), mentre vede questi territori (la Campania in particolare) solo come il luogo ideale per impiantare inceneritori (ben 5) che risolveranno il problema rifiuti anche per le regioni “amiche”.

Iniziativa Abriola (Pz) - 27 maggio 2009











martedì 26 maggio 2009

lunedì 25 maggio 2009

Gerardo Rosania: Necessaria la rappresentanza a Bruxelles di Sinistra e Libertà - Eco di Caserta

EBOLI (Salerno) - Ambiente, lavoro, turismo, sviluppo e valorizzazione del territorio. Sono questi i temi cardine che hanno motivato la candidatura al Parlamento Europeo del Consigliere Regionale Gerardo Rosania per la lista Sinistra e Libertà.
La sua politica di legalità e di salvaguardia dell’ambiente è da molti anni nota nel panorama nazionale poiché, da Sindaco di Eboli, ha dato inizio a quella che sarebbe stata la grande battaglia dei Sindaci per il ripristino della legalità sui territori.
Una battaglia che ebbe gli onori della cronaca nazionale con il simbolico evento CONTROCONDONO nel novembre 2003 dove parteciparono attivamente esponenti nazionali del mondo politico ed intellettuale quali Dario Fo, Franca Rame, Walter Veltroni e Vittorio Sgarbi, ma anche le più importanti associazioni ambientaliste.
Altrettanto note restano le sue battaglie in Consiglio Regionale per dotare la regione Campania di uno strumento normativo in materia di rifiuti, appalti di lavori pubblici e gestione pubblica dell’acqua; battaglie nate proprio per contrastare l’indirizzo vessatorio sulle regioni di “direttive comunitarie” varate per effetto di europarlamentari quasi sempre “distratti” o “assenti”.
E proprio dalla Sua Eboli, diventata città simbolo non solo per il libro di Levi, Gerardo Rosania ha fatto tappa nel suo percorso elettorale.
Non si parla più del Mezzogiorno. Il Sud - afferma Rosania - è fuori da ogni progettualità seria di questo Governo, è stato cancellato da ogni agenda politica”.
“La nostra massima solidarietà – continua il candidGiustificaato - va alle famiglie italiane attanagliate dalla crisi economica; crisi dovuta che non a un fatto “psicologico”, come vuole farci credere chi governa. Il Paese vive una crisi drammatica e reale, alla quale bisogna trovare una soluzione, con provvedimenti adeguati, concreti e credibili”.
L’ex sindaco di Eboli - conclude - con un appello al voto a sinistra, in Europa: “io sono nato comunista e comunista morirò, ma la sinistra ha bisogno di apertura e di unione, per la costituzione di un grande progetto. Per questo è necessario lavorare, insieme, per dare vita ad una nuova stagione della sinistra. Una stagione di partecipazione attiva, di cambiamento, di alternativa”.

"Sono nato Comunista e Comunista morirò” - dal blog di Massimo del Mese

EBOLI - Ambiente, lavoro, turismo, sviluppo e valorizzazione del territorio. Sono questi i temi portanti che hanno animato il comizio tenuto stamattina in piazza della Repubblica dal candidato al parlamento europeo per Sinistra e Libertà, Gerardo Rosania. Con lui, anche il candidato al Consiglio Provinciale, Fausto Manna. Rosania ha esordito esprimendosi su due vertenze locali che in questi giorni tornano alla ribalta: la Pezzullo di Eboli e l’Alcatel di Battipaglia.
“La nostra massima solidarietà va ai lavoratori della Pezzullo, da sempre grande risorsa per la città di Eboli e a quelli dell’Alcatel di Battipaglia, che in questi giorni vivono una situazione drammatica, relativamente al loro futuro occupazionale. Noi condanniamo le scelte scellerate della dirigenza di queste aziende, che mirano alla chiusura degli stabilimenti, piuttosto che alla valorizzazione delle professionalità e delle competenze interne”.

Parlamento Europeo Bruxelles
Il Consigliere Regionale ha proseguito, soffermandosi su temi di interesse nazionale, a partire dalla crisi economica: “Il contesto nazionale in cui ci muoviamo è molto difficile. La crisi economica che attanaglia le famiglie italiane non è un fatto “psicologico” come chi governa la nazione vuole far credere, è un fatto drammatico e concreto, alla quale bisogna trovare una soluzione, con provvedimenti adeguati, concreti e credibili”.
E ancora - “Il Governo si dimostra inadeguato, per certi aspetti, a gestire gli scenari futuri della nostra economica; consapevole, per altri, quando non vuole intervenire, come nel caso della Fiat” -.
Rosania ritiene che Silvio Berlusconi, al contrario di Barak Obama e della Germania, di Angela Merkel che difendono i posti di lavoro della propria nazione, resta immobile e non prende posizione di fronte alla prospettiva della chiusura degli stabilimenti di Pomigliano d’Arco e Termini Imerese. “Non si parla più del Mezzogiorno. Il Sud è fuori da ogni progettualità seria di questo Governo, è stato cancellato da ogni agenda politica” -.
In relazione alla questione provinciale, Rosania ha affermato - “Saremo degli alleati leali e sinceri, ma non per questo avremo scrupolo di esplicitare critiche e perplessità, qualora se ne dovessero presentare”. Gerardo Rosania infine, soffermandosi sulla situazione ebolitana ha tuonato - “Questa amministrazione è stata un fallimento. E’ in piena caduta libera. In questi quattro anni Eboli ha fatto solo passi indietro, e su tutti i fronti”. Poi proiettandosi già nel prossimo anno, quando ci saranno le elezioni amministrative ha preannunciato - “noi ci saremo e saremo alternativi all’attuale maggioranza. Senza sé e senza ma”-.
L’ex sindaco di Eboli ha concluso con un appello al voto a sinistra, in Europa e in Provincia: “io sono nato comunista e comunista morirò, ma la sinistra ha bisogno di apertura e di unione, per la costituzione di un grande progetto. Per questo è necessario lavorare, insieme, per dare vita ad una nuova stagione della sinistra. Una stagione di partecipazione attiva, di cambiamento, di alternativa” -.
E’ inutile dire che Gerardo Rosania mentre tenta la scalata europea, pensa fortemente alla riconquista del Comune di Eboli. Lo fa con toni pacati rivolgendosi ai suoi alleati del Centro-sinistra - “la sinistra ha bisogno di apertura e di unione -, ben sapendo che l’attuale Amministrazione Comunale guidata da Martino Melchionda, non ha più nessun appoggio da quei partiti che lo hanno eletto e non ha nessun appoggio dagli ebolitani, e ben presto non avra nemmeno più l’appoggio degli uomini di Carmelo Conte e di Massimo Cariello che già “studiano” da Sindaco, e già lavorano su ipotesi alternative.

domenica 24 maggio 2009

sabato 23 maggio 2009

Il governo impugna la legge elettorale della Regione Campania

L’atto di impugnativa della Legge elettorale regionale da parte del governo è un atto che è squisitamente politico ed è di una gravità unica. Un governo che, invece di mettere in discussione la “porcata” di legge elettorale che disciplina non l’elezione, ma la nomina da parte dei capi dei partiti del Parlamento Italiano, trova il modo di impugnare una legge elettorale rivoluzionaria che riconsegna ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti nel Parlamento regionale, che consente la rappresentanza di tutte le Province, che sancisce e non fa ricorso all’eliminazione per decreto di rappresentanze politiche in Consiglio Regionale; che evita, come vergognosamente sta avvenendo per le elezioni provinciali, di parlare di semplificazione elettorale quando poi si gioca a far proliferare le liste; ma soprattutto una legge elettorale che finalmente garantisce la presenza non solo nelle liste pena l’esclusione, ma innanzitutto nel Consiglio Regionale, delle donne.La scelta, tutta politica, di un governo che ha una concezione peronista della democrazia, per cui ogni giorno si attacca il parlamento che si vorrebbe non solo nominato, ma anche svuotato di qualsiasi ruolo e ridotto ad una lobby di yes man, Si sente scoperto nel momento in cui la Regione Campania dimostra che un’altra Legge elettorale è possibile, che un’altra concezione della democrazia esiste.Io credo che questa vicenda debba assumere valenza nazionale e che le direzioni nazionali di tutti i partiti di opposizione debbano prendere posizione. Torna di grandissima attualità l’appello che solo qualche giorno fa Nichi Vendola ha lanciato a tutte le forze di opposizione per lavorare insieme in difesa della democrazia e della Costituzione.È evidente che se e allorquando osservazioni del governo arriveranno in Consiglio Regionale la posizione de La Sinistra sarà di rinviarle al mittente smontandole pezzo per pezzo dal punto di vista normativo.

Gerardo Rosania Gruppo Consiliare La Sinistra -MPLS-SDSE

Presidente Villani - Teatro Augusteo - Salerno











venerdì 22 maggio 2009

inaugurazione CONCABI - Sarno (Sa)







Comizio Lacedonia (Av)













Oggi arriva in Irpinia Gerardo Rosania, consigliere regionale e candidato alle Europee con Sinistra e Libertà . Rosania sarà protagonista di un tour per l'Ufita e l'Alta Irpinia.

Alle 18 sarà a Grottaminarda con Gennaro Imbriano di Sinistra che Unisce, Angelo Flammia e i candidati alle provinciali Pasquale Roselli e Francesco Sirignano.

Alle 19 Rosania si incontrerà nella piazza di Bisaccia con Agostino Pelullo, candidato vendoliano al Comune di Bisaccia, Vincenzo Panico, candidato alla Provincia con la Sinistra che unisce, e Nicola Cicchetti, ex Segretario del PdCI.

La giornata del consigliere regionale si concluderà alle 20 con un comizio nella piazza di Lacedonia, assieme a Gennaro Imbriano di MpS e al candidato alla Provincia Panico."Stiamo costruendo una nuova Sinistra. Una risposta - afferma Imbriano - a quanti non si ritrovano nè nel populismo dipietrista, nè nell'incomprensibile moderatismo del Pd, nè tantomeno nell'ostentata marginalità del Prc.

Una Sinistra che coniughi i diritti civili e quelli sociali: le coppie di fatto e l'aumento dei salari, la laicità e il blocco dei licenziamenti, l'integrazione dei migranti e la detassazione degli ammortizzatori sociali. Una sinistra che sia in grado di sabotare la fabbrica della paura berlusconiana, bloccando gli ingranaggi terribili della guerra tra poveri. Una sinistra - aggiunge il portavoce provinciale del Movimento di Nichi Vendola - che sia davvero utile a fermare l'avanzata delle destre, anche in Irpinia, e che faccia rivivere una speranza e un sogno.

Questa è la scommessa di Sinistra e Libertà alle europee. Questa è la sfida - conclude - di Sinistra che unisce alle amministrative".

Iniziativa Grottaminarda (Av)




comizio Auletta (Sa)


martedì 19 maggio 2009

Comizio Contursi (Sa)




Visita dei consigli comunali Jr piano di zona ambito S5 al Consiglio Regionale della Campania

Questa mattina i ragazzi dei Consigli Comunali Junior dei Comuni del Piano di Zona Ambito S5, hanno visitato il Consiglio Regionale della Campania. Credo che per loro sia stata un’esperienza bellissima, intensa ed interessante, che sono diventati per un giorno attori di una seduta del Consiglio Regionale, hanno nominato il proprio Presidente, presentato, discusso, emendato e approvato una proposta di legge Regionale, come se davvero fosse un’assemblea deliberante.Per me, che ero presente, è stata un’esperienza bellissima, perché mi sono trovato davanti ragazzi curiosi e motivati, che si mossi nell’aula consiliare come politici di lungo corso e ho assunto l’impegno di presentare in Consiglio Regionale la proposta di legge che loro hanno approvato, che riguardava la possibilità di accesso e di soggiorno per qualche giorno nelle aziende agricole regionali.Desidero fare un ringraziamento ai docenti che hanno proposto questo tipo di progetto e di rapporto fra Scuole ed Istituti che ha consentito ai ragazzi di capire come funziona il Parlamento Regionale e allo staff dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, guidato dalla dott.ssa Anna Paola Voto, responsabile del cerimoniale, che ha ottimamente gestito questa giornata, rendendola gradevole e comprensibile ai ragazzi.C’è da sperare che questa scelta di “educazione civica” venga assunta dalle scuole elementari e medie di tutta la Regione, perché aprire le istituzioni alla società ed in particolare alle scuole, facendo toccare con mano il loro funzionamento, è un fatto di crescita civile che fa bene alla democrazia.

Gerardo Rosania
Consigliere Regionale La Sinistra - MpS- SD

lunedì 18 maggio 2009

Interrogazione sulla chiusura della tratta ferroviaria Battipaglia - Potenza

All’Assessore Regionale ai Trasporti
on. Ennio Cascetta
Sede

Premesso che

Gli organi di stampa locali hanno riportato, in questi giorni, la notizia della chiusura della tratta ferroviaria Battipaglia – Potenza, sembra per ammodernamenti per l’intero periodo estivo;

la chiusura di quella tratta, proprio fra luglio ed agosto, rappresenta un ulteriore colpo all’economia turistica ed agricola dei tanti comuni dell’interno della provincia di Salerno che da quella linea sono serviti e che mette in comunicazione con la Regione Basilicata;

quella linea avrebbe bisogno di interventi complessivi che consentano, finalmente, di recuperarla alla sua funzione di “portatrice” non solo di civiltà, ma anche di opportunità commerciale;

il permanere di una linea sostitutiva su autobus, rappresenta un vero oltraggio, non solo all’ambiente, ma anche ai tanti fruitori, fra cui i pendolari, di quella linea, costretti sempre a sgomitare per ottenere un posto sull’autobus;

si interroga per sapere

perché si sceglie di chiudere la tratta ferroviaria proprio nel periodo estivo, che è quello di maggior afflusso turistico;

se i lavori previsti sono tali da far prevedere un vero rilancio di quella linea ferrata;

se si ha certezza dei tempi necessari per la realizzazione di questi lavori, onde evitare una chisura “sine die2 della tratta ferroviaria in questione;

se si intende porre, finalmente, alla RFI il problema del potenziamento delle corse su quella tratta, andando al superamento del servizio alternativo.

Il Consigliere
Gerardo Rosania

domenica 17 maggio 2009

mercoledì 13 maggio 2009