Eccoli! Tutti pronti ai nastri di partenza per una lunga campagna elettorale.
In cui non si parlerà di programmi, ma ci sarà un solo lungo tentativo di: riposizionamento, di smarcamento, di rifacimento della verginità.
Lo scandalo diventa l’idea, malsana, del “Sindaco di se stesso” di sciogliere il consorzio digestione PIP, scoprendo d’improvviso i costi di gestione e senza proporre alternative.
Ed ecco dalla maggioranza, della minoranza (non opposizione, che è altra cosa!) levate di scudo.
Ma il problema, purtroppo, non è la questione del consorzio PIP.
Il problema sta nella “morte” dell’economia locale che, in quattro anni, questa amministrazione comunale ha scientificamente, volutamente determinato.
Come mai nessuna ha detto nulla quando nell’area PIP da anni non si fanno i bandi e le assegnazioni avvengono solo “ad personam” con l’articolo 17?
O quando si revocano assegnazioni avvenute da anni e che non partono?
O quando si consente a qualche impresa di rinunciare al lotto in area industriale per chiederla, con tanto di variante al PRG, nella zona agricola?
E che fine ha fatto l’agricoltura in questa città?
Come mai nessuno ha detto nulla mentre con la manomissione del PRG si cancellava la tutela delle superfici nella Piana? Si consentiva di riprendere la frantumazione aziendale? Mentre si proponeva che località Prato divenisse zona di espansione urbana? Mentre nulla si faceva rispetto al Polo – Agroalimentare? O si “progettava” sulle aree più fertili della Piana come quelle dell’Orientale?
Che fine ha fatto il turismo in questo paese?
Come mai nulla si è detto mentre si accantonava il progetto “Costa del Sele” da Pontecagnano a Capaccio? Mentre con la manomissione del PUAD e con le sanatorie in zona litoranea si legittimavamo le colate di cemento sulla spiaggia e la “fetenzia” a nord della litoranea? O mentre questa amministrazione inneggiava al “Porto Isola” o si rimetteva in cantiere il “Porto Canale”?
Che fine ha fatto l’economia del mattone? Come mai nessuno ha parlato mentre si fermava il PRG divenuto operante dal dicembre 2004? Mentre si bloccavano anche i particolareggiati delle aree di servizio, quale quello ospedaliero, di specifica competenza del Comune?
O mentre si proponeva la devastazione del Centro Antico, con la modifica degli isolati e del tracciato viario? O mentre l’unica politica urbanistica diventava quella delle varianti puntuali?
Che fine ha fatto il commercio in questo paese?
Dove si giocava a trasformare Centri Commerciali in G.A.C.P. e viceversa, dopo essersi impantanati per anni nell’attività di sponsor e senza nessuna attenzione verso le attività commerciali del centro?
Come mai neanche un centro commerciale naturale?
Allora, giochino pure a riposizionarsi.
Ma per presentarsi come alternativa a questa amministrazione (che nulla ha che spartire col centro – sinistra, visto che si sostiene sui transfughi e sui programmi del centro – destra) ci vuole ben altro!
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