giovedì 29 maggio 2008

a chi va la solidarietà....


La Magistratura mette a nudo un nuovo caos nella gestione dei rifiuti in Campania, inquisendo personaggi di primo piano del Commissariato, nel periodo fra il 2006 – 2007.
Venticinque persone vanno agli arresti domiciliari.
Dal testo delle registrazioni si evidenziava una gestione, quantomeno, “approssimativa”.
Il mondo politico si affretta a fare quadrato intorno al Commissariato Rifiuti, in modo bipartisan si ribadisce la validità di un percorso: raccolta e bruciatura del “tal quale”, senza perdere tempo in indifferenziata o in eco - balle e “pugno di ferro” coi comitati cittadini.
Io, che sono convinto che il Commissariato rappresenta il fallimento della politica dei rifiuti in Campania, e che più presto si scioglie e meglio è per la Campania, (dopo 14 anni abbiamo una sola discarica, aperta grazie ai cittadini di Serre, sette impianti di CDR che producono “monnezza” compattata e non eco - balle; mezzo bruciatore ad Acerra manco a norma; nessun impianto di compostaggio della frazione organica: neanche un sito per lavorare il percolato; sette milioni di eco - balle sparse per la regione e uno stato di guerriglia diffusa) questa solidarietà non la esprimo.
Io, che sono convinto che i bruciatori non servono, ed altro avrebbe dovuto essere il ciclo dei rifiuti; che, comunque, non ne servono quattro, in quanto è una scelta che presuppone che non si faccia la differenziata (lo dicono le cifre), e che sarà un ulteriore spreco di centinaia di milioni di euro che pagheranno i cittadini, questa solidarietà non la esprimo.
La solidarietà la esprimo, invece, ai cittadini della Campania, che in questi anni hanno pagato scelte scellerate, l’azione della camorra, la mancanza di controlli e quant’altro ha devastato il territorio della regione ed ha messo a rischio le sue migliori produzioni (la vicenda della mozzarella di bufala è stata esemplificativa!).
Mi chiedo: ma siamo sicuri che non abbiano ragioni i comitati di lotta, quando dicono che non si fidano delle istituzioni e del Commissariato?
Se non c’è un solo protocollo d’intesa che il Commissariato ha onorato (ma la colpa è sempre del commissario che c’era prima!); se non si contano più le “ritirate” che il Commissariato ha dovuto fare per scelte tecnicamente infelici (Pianura per tutte!); se, poi, arriva la magistratura e nasce il dubbio che qualcuno giocava anche ad “imbrogliare”, spacciando “monnezza” allo stato puro, per eco - balle, o per FOS ecc… pur di ingannare i cittadini, il quadro è completo.
Allora io la solidarietà la esprimo, ma solo ai cittadini, donne e nonnini di Serre, di Chiaiano, di Pianura, di Parapoti, di Terzigno, di Eboli e delle decine e decine di comuni interessati da interventi del commissariato, e che hanno visto martoriare i propri territori per risolvere una emergenza che dopo 14 anni è ancora lì.
Non serve il pugno di ferro, quello è proprio di una cultura sconfitta dalla storia, ma serve il dialogo, il rispetto degli impegni e la credibilità delle istituzioni.
Per recuperare queste cose al più presto va via la struttura commissariale, a cominciare da chi la guida (generali compresi); più presto ritornano poteri e funzioni alle istituzioni democratiche: Regione, Province e Comuni.Più presto il Consiglio Regionale torna a ragionare su un piano dei rifiuti (che oggi non c’è), e meglio è per tutta la Campania.

giovedì 22 maggio 2008

Rispetto per il territorio e la popolazione di Eboli - lettera al Prefetto e al Questore di Salerno



Al Commissariato Emergenza
Rifiuti in Campania

Al sig. Prefetto
Provincia di Salerno

Al sig. Questore
Provincia di Salerno


Oggetto: stoccaggio rifiuti ad Eboli in località Coda di Volpe

Invio in allegato alla presente copia dell’interrogazione consiliare che, in qualità di Consigliere Regionale, ho inteso presentare all’Assessore Regionale all’Ambiente on. Ganapini, sulla vicenda del sito di "Coda di Volpe" in agro di Eboli, con la preghiera, ognuno per le sue competenze, di voler verificare la veridicità delle questioni in essa sollevate.
I cittadini dell’area di Coda di Volpe sono persone tranquille, dedite all’attività lavorativa, in particolare nel settore agricolo, ed oggi vedono messo a rischio l’intera attività economica su cui si fonda il loro reddito.
Si ha idea di cosa significa per una azienda agricola che produce ortaggi, o fragole, o verdure, o foraggio per l’allevamento delle bufale, ritrovarsi un sito di stoccaggio di rifiuti in mezzo ai loro campi coltivati?
Si ha idea di cosa significa ricevere la visita di rappresentanti dei grandi centri commerciali del nord Italia o dell’Europa, cui quelle produzioni sono destinati, e sentirsi contestare la vicinanza di un sito di rifiuti?
L’effetto si può riassumere in una semplice frase, purtroppo non esagerata: morte di un intera economia.
A scanso di equivoci, e volendo, poi parlare di prospettive di sviluppo, deve essere ben chiaro una cosa: chi ha scelto Coda di Volpe, si assume la responsabilità di condannare al disastro economico una area che rappresenta il luogo di produzione dei prodotti agricoli di qualità della Campania.
A nessuno sarà consentito fra uno o due anni, quando il disastro sarà evidente in tutta la sua portata, di dire: noi non sapevamo!
Ma la vicenda conosce altri aspetti, piuttosto emblematici, che ho inteso riportare nella interrogazione che allego alla presente:
Come mai le eco-balle arrivano al sito "nascoste" sotto teloni pubblicitari di acque minerali, di birre o prodotti orticoli. Ci si rende conto che la cosa viene vissuta come una sorta di provocazione per i cittadini che chiedono trasparenza allo Stato, mentre invece i suoi rappresentanti sembrano far ricorso a soluzioni davvero incomprensibili?
Come mai le eco-balle, o presunte tali, arrivano avvolte parzialmente nei teli protettivi, e proprio mentre avvengono precipitazioni piovose abbondanti e violente?
Quali sono le conseguenze? C’è una produzione di percolato oppure no?
E come si fa a dire, alla luce di questo scenario, ai cittadini di Coda di Volpe di stare tranquilli?
Come mai, mentre altrove (Serre ad esempio!), sono stati chiusi protocolli che prevedono anche forme di controllo da parte dei cittadini, con propri tecnici di fiducia, qui ad Eboli questo non è possibile? I cittadini hanno proposto tecnici di altissimo profilo, esperti nel settore, in una logica di trasparenza e reciproca garanzia. Ma nessuna risposta è intervenuta.
Ed infine: il bloccare lo scuola bus, stante alle cronache di stampa ed al racconto dei cittadini, impedendone il servizio a vantaggio dei bambini della zona a quale logica appartiene? Si è sicuri che questo atteggiamento, sicuramente "particolare", contribuisca a calmare gli animi? Come deve comportarsi un genitore il cui bambino, per andare a scuola, sembra debba essere "caricato" piangente sulla macchina delle forze dell’ordine?
Non va! L’impressione è che si abbia difficoltà a gestire una situazione, sicuramente non giustificabile e quindi difficile, ma che con tali celte sicuramente non viene resa più "facile"!
La richiesta, quindi, torna ad essere quella di uno sforzo sinergico per rendere meno traumatica, ai cittadini di Coda di Volpe, gli effetti di una scelta sbagliata e davvero contraddittoria.
Distinti saluti
Il Consigliere Regionale
Gerardo Rosania

Interrogazione urgente stoccaggio rifiuti località Coda di Volpe

All’Assessore Regionale all’Ambiente
on. Ganapini
SEDE

Interrogazione urgente
Ai sensi dell’art. 75 e 76
Del regolamento di Consiglio Regionale


oggetto: stoccaggio rifiuti ad Eboli in località Coda di Volpe


premesso

che il Commissariato rifiuti ha assunto determinazione di stoccare, in via provvisoria, circa 20.000 eco-balle presso l’area del depuratore di località "Coda di Volpe" in agro di Eboli;
che l’arrivo di queste eco-balle avviene utilizzando camion coperti da teli riportando pubblicità di prodotti alimentari;
che le eco-balle che vengono scaricate sono avvolte, solo parzialmente, in film di cellophan per cui in questi giorni di pioggia battente il contenuto di quelle balle si è letteralmente imbevuto di pioggia, col rischio di una produzione di percolato in quantità rilevanti;
che i cittadini della zona sono stati letteralmente "costretti" nelle proprie abitazioni. Addirittura è stato impedito il passaggio allo scuola bus con la scena, sembra e stante al racconto dei cittadini, davvero incresciosa dei bimbi trasbordati sulle auto della polizia;
che le cronache di stampa parlano di persino di pullman di turisti deviati nelle vie interpoderali della zona e costretti a vagare per ore senza alcuno indirizzo;
che nessuna risposta è venuta, ad oggi, dal Commissariato rifiuti, in merito alla istituzione di una commissione di tecnici ed esperti indicati dai cittadini teso ad una partecipazione al controllo della gestione dell’area e che tale silenzio non determina altro che un ulteriore esasperazione degli animi
interroga in via d’urgenza per sapere

Quali sono le precauzioni assunte dal Commissariato rifiuti per evitare una produzione esasperata di percolato, in una zona di produzione di prodotti orticoli di qualità che rischiano effetti negativi sui mercati;
Chi è preposto al trasporto delle eco-balle e come mai queste arrivano al sito con la copertura sostanzialmente inesistente;
Come è possibile che singoli cittadini, residente nell’area, vengano impediti nei propri spostamenti e che, addirittura, lo scuola bus venga impedito nel suo percorso, per cui i bimbi non hanno potuto usufruire di questo servizio con l’aggiunta del trauma di essere "accompagnati" dalle auto delle forze dell’ordine;
Se il Commissariato si rende conto che il non aprire una linea di dialogo coi cittadini, a partire dal riconoscimento del comitato tecnico di fiducia del comitato come è avvenuto in tante realtà (a partire da Serre), non fa altro che esasperare gli animi di una popolazione di altissimo senso civico che fino ad oggi ha espresso il proprio dissenso, rispetto ad una decisione imposta, soltanto con manifestazioni simboliche e l’appello alle istituzioni.


Il Consigliere Regionale
Gerardo Rosania

giovedì 15 maggio 2008

Vertenza Pezzullo

Saluto con piacere l’accordo chiuso fra le parti sulla vertenza Pezzullo.
Per ora la fabbrica storica di Eboli non chiude.
Merito dei lavoratori, che hanno dimostrato di essere gli unici davvero interessati a che la Pezzullo rimanesse in attività, accettando attraverso la forma più democratica: il voto, un accordo certo non entusiasmante che comunque prevede 23 licenziamenti.
Grande il senso di responsabilità che i 101 lavoratori minacciati di licenziamento hanno dimostrato, anche di fronte alle posizioni più oltranziste e incomprensibili del padronato.
La parola d’ordine vincente è stata “Unità”.
“Unità” fra i lavoratori, “Unità” dei lavoratori intorno alla rappresentanza sindacale.
Rimane il problema del rilancio di strutture, comunque costruite con un grande apporto di denaro pubblico e che non possono, quindi, essere accompagnati alla chiusura.
Rimane da incalzare il padrone perché, in questi nove mesi di “cassa integrazione”, venga presentato un vero piano industriale che dica ai lavoratori, ai sindacati, alle istituzioni locali quale è la prospettiva del Mulino, del Pastificio e del Mangimificio (quest’ultimo, allo stato, chiuso!).
Rimane per le forze politiche locali un elemento di riflessione e di dibattito, soprattutto a sinistra: la città, così come sulla vertenza “Coda di Volpe”, è rimasta sostanzialmente indifferente al dramma dei 101 lavoratori della Pezzullo.
L’idea che Eboli si fermi al ponte di S. Giovanni è sempre più condivisa.
Ne vogliamo discutere a sinistra?
Se non ora quando?
Gerardo Rosania

lunedì 5 maggio 2008

Solidarietà ai lavoratori della Pezzullo PRC EBOLI

Il licenziamento di 36 lavoratori della Pezzullo è il frutto di una scelta padronale, che due anni fa aveva già comportato la messa in mobilità di altri venti lavoratori, tesa alla smobilitazione dell’ultima storica realtà produttiva di Eboli.
Nessun piano industriale e di sviluppo di mercato, ma solo la scelta di andare alla chiusura di fabbriche costruite con i soldi pubblici.
Come mai dopo 12 anni il Mangimificio non è mai andato in produzione, ed il Mulino ed il Pastificio sono sull’orlo della chiusura?
Quali garanzie aveva sottoscritto la Nestlè, titolare del contributo statale, sul terreno occupazionale?
Quali controlli ha effettuato il Ministero, per verificare come venivano spesi decine di miliardi di fondi pubblici?
La magistratura ha accertato che tutti i soggetti interessati in questa vicenda hanno giocato correttamente?
La “liquidazione” della Pezzullo, la crisi profonda del comparto agricolo, con l’aggressione al nostro prodotto leader: la mozzarella, nell’assordante silenzio delle istituzioni e delle forze politiche salvo Rifondazione Comunista;
La ubicazione folle, del sito di ecoballe, a Coda di Volpe, nel cuore dell’area produttiva della Piana;
Sono elementi che danno l’idea della marginalità, in cui si vuole ricacciare la Piana del Sele, nonostante le sue potenzialità di volano motore dell’intera economia della Regione.
L’intera città di Eboli è chiamata a reagire, ad assumere il ruolo guida della Piana, che ha saputo assumere in altri momenti difficili della nostra storia.
Chiamare tutte le istituzioni, le forze politiche e sociali, della Piana ad una “vertenza d’area” che ridisegni tutta la parte della Provincia che va da Pontecagnano a Capaccio, agli Alburni e all’alto Sele.
Invitiamo tutta la città allo sciopero generale cittadino proclamato per il 6 maggio per la solidarietà alla Pezzullo, per dire no alle ecoballe a Coda di Volpe, per il rilancio dell’intera Piana del Sele.

Rifondazione Comunista
Eboli