giovedì 15 maggio 2008

Vertenza Pezzullo

Saluto con piacere l’accordo chiuso fra le parti sulla vertenza Pezzullo.
Per ora la fabbrica storica di Eboli non chiude.
Merito dei lavoratori, che hanno dimostrato di essere gli unici davvero interessati a che la Pezzullo rimanesse in attività, accettando attraverso la forma più democratica: il voto, un accordo certo non entusiasmante che comunque prevede 23 licenziamenti.
Grande il senso di responsabilità che i 101 lavoratori minacciati di licenziamento hanno dimostrato, anche di fronte alle posizioni più oltranziste e incomprensibili del padronato.
La parola d’ordine vincente è stata “Unità”.
“Unità” fra i lavoratori, “Unità” dei lavoratori intorno alla rappresentanza sindacale.
Rimane il problema del rilancio di strutture, comunque costruite con un grande apporto di denaro pubblico e che non possono, quindi, essere accompagnati alla chiusura.
Rimane da incalzare il padrone perché, in questi nove mesi di “cassa integrazione”, venga presentato un vero piano industriale che dica ai lavoratori, ai sindacati, alle istituzioni locali quale è la prospettiva del Mulino, del Pastificio e del Mangimificio (quest’ultimo, allo stato, chiuso!).
Rimane per le forze politiche locali un elemento di riflessione e di dibattito, soprattutto a sinistra: la città, così come sulla vertenza “Coda di Volpe”, è rimasta sostanzialmente indifferente al dramma dei 101 lavoratori della Pezzullo.
L’idea che Eboli si fermi al ponte di S. Giovanni è sempre più condivisa.
Ne vogliamo discutere a sinistra?
Se non ora quando?
Gerardo Rosania

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