Il licenziamento di 36 lavoratori della Pezzullo è il frutto di una scelta padronale, che due anni fa aveva già comportato la messa in mobilità di altri venti lavoratori, tesa alla smobilitazione dell’ultima storica realtà produttiva di Eboli.
Nessun piano industriale e di sviluppo di mercato, ma solo la scelta di andare alla chiusura di fabbriche costruite con i soldi pubblici.
Come mai dopo 12 anni il Mangimificio non è mai andato in produzione, ed il Mulino ed il Pastificio sono sull’orlo della chiusura?
Quali garanzie aveva sottoscritto la Nestlè, titolare del contributo statale, sul terreno occupazionale?
Quali controlli ha effettuato il Ministero, per verificare come venivano spesi decine di miliardi di fondi pubblici?
La magistratura ha accertato che tutti i soggetti interessati in questa vicenda hanno giocato correttamente?
La “liquidazione” della Pezzullo, la crisi profonda del comparto agricolo, con l’aggressione al nostro prodotto leader: la mozzarella, nell’assordante silenzio delle istituzioni e delle forze politiche salvo Rifondazione Comunista;
La ubicazione folle, del sito di ecoballe, a Coda di Volpe, nel cuore dell’area produttiva della Piana;
Sono elementi che danno l’idea della marginalità, in cui si vuole ricacciare la Piana del Sele, nonostante le sue potenzialità di volano motore dell’intera economia della Regione.
L’intera città di Eboli è chiamata a reagire, ad assumere il ruolo guida della Piana, che ha saputo assumere in altri momenti difficili della nostra storia.
Chiamare tutte le istituzioni, le forze politiche e sociali, della Piana ad una “vertenza d’area” che ridisegni tutta la parte della Provincia che va da Pontecagnano a Capaccio, agli Alburni e all’alto Sele.
Invitiamo tutta la città allo sciopero generale cittadino proclamato per il 6 maggio per la solidarietà alla Pezzullo, per dire no alle ecoballe a Coda di Volpe, per il rilancio dell’intera Piana del Sele.
Rifondazione Comunista
Eboli
Nessun piano industriale e di sviluppo di mercato, ma solo la scelta di andare alla chiusura di fabbriche costruite con i soldi pubblici.
Come mai dopo 12 anni il Mangimificio non è mai andato in produzione, ed il Mulino ed il Pastificio sono sull’orlo della chiusura?
Quali garanzie aveva sottoscritto la Nestlè, titolare del contributo statale, sul terreno occupazionale?
Quali controlli ha effettuato il Ministero, per verificare come venivano spesi decine di miliardi di fondi pubblici?
La magistratura ha accertato che tutti i soggetti interessati in questa vicenda hanno giocato correttamente?
La “liquidazione” della Pezzullo, la crisi profonda del comparto agricolo, con l’aggressione al nostro prodotto leader: la mozzarella, nell’assordante silenzio delle istituzioni e delle forze politiche salvo Rifondazione Comunista;
La ubicazione folle, del sito di ecoballe, a Coda di Volpe, nel cuore dell’area produttiva della Piana;
Sono elementi che danno l’idea della marginalità, in cui si vuole ricacciare la Piana del Sele, nonostante le sue potenzialità di volano motore dell’intera economia della Regione.
L’intera città di Eboli è chiamata a reagire, ad assumere il ruolo guida della Piana, che ha saputo assumere in altri momenti difficili della nostra storia.
Chiamare tutte le istituzioni, le forze politiche e sociali, della Piana ad una “vertenza d’area” che ridisegni tutta la parte della Provincia che va da Pontecagnano a Capaccio, agli Alburni e all’alto Sele.
Invitiamo tutta la città allo sciopero generale cittadino proclamato per il 6 maggio per la solidarietà alla Pezzullo, per dire no alle ecoballe a Coda di Volpe, per il rilancio dell’intera Piana del Sele.
Rifondazione Comunista
Eboli
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