giovedì 21 febbraio 2008

Un marchio per la mozzarella di bufala salernitana


I dati, riportati ieri dalla stampa, sul calo verticale delle vendite di mozzarelle di bufala Campana, con flessioni a gennaio 2008 che vanno dal 25% al 60%, rispetto al gennaio 2007, sono l’ultimo, drammatico, sintomo della crisi in cui versa uno dei pilastri del settore agro – alimentare campano, e della provincia di Salerno in particolare.
Con interrogazioni all’Assessore Regionale, e con emendamenti alla Finanziaria 2008, colpevolmente sottovalutati e respinti, avevo provato a lanciare l’allarme alla luce di una “demolizione mediatica” della produzione di mozzarella di bufala.
Sulla stampa di volta in volta si è parlato di bufale brucellotiche ancora in produzione, di veterinari compiacenti, di pascolo su terreni contaminati da rifiuti tossici, fino all’utilizzo di latte in polvere o grassi provenienti dall’India.
Ora gli effetti di queste degenerazioni, che la politica ha colpevolmente sottovalutato, sono espressi dai dati delle vendite.
Io rimango convinto che in termini immediati ci sia necessità di una seduta tematica dell’Ottava Commissione Regionale “Agricoltura”, con l’Assessore e con i rappresentanti degli allevatori e dei caseifici campani, per definire una condivisa linea di condotta; per evitare che “l’oro bianco” scompaia dalla nostra regione, come avvenne trent’anni fa con “l’oro rosso” del pomodoro.
Ritengo che sia indispensabile rendere tracciabile, sulla confezione di mozzarelle di bufala, la provenienza del latte dalle singole province o aree di produzione, al fianco del marchio D.O.P.
La situazione è diversa, area per area.
Nella provincia di Salerno, nella Piana del Sele dove si concentra l’allevamento delle bufale, non ci sono discariche più o meno tossiche su cui pascolano gli animali, è cultura antica degli allevatori nostri l’abbattimento delle bestie colpite dalla brucellosi.
Altro che vaccino, da noi la mozzarella si fa con il latte crudo ed il caglio.
Molto spesso gli allevatori sono proprietari anche del caseificio e seguono, quindi, l’intera filiera del prodotto.
Sarebbe, quindi, corretto che si andasse ad una modifica dei regolamenti del marchio I.G.T., si consentisse ai produttori di apporre sulle confezioni di mozzarella che quelle sono prodotte con latte di bufala proveniente da allevamenti salernitani.
Ogni area della regione si assuma le proprie responsabilità per leggerezze, errori, violazioni che oggi stanno mettendo in ginocchio il settore.

martedì 19 febbraio 2008

Solidarietà ai cittadini di Piazza Borgo


Esprimo la mia piena solidarietà e vicinanza ai cittadini del “Borgo”, che stanno lottando, in un modo democratico ed esemplarmente civile, per tutelare la storica Piazza Borgo, e, soprattutto, per essere protagonisti degli interventi che riguardano, fisicamente, il loro quartiere.
Quello che chiedono i cittadini è una sorta di pianificazione partecipata del territorio, che non sembra essere nelle corde di questa Amministrazione abituata a “concordare” nelle segrete stanze le cose da fare. Addirittura irricevibile la proposta che la proposta che l’Amministrazione Comunale ha avanzato ai cittadini del “Borgo”, di andare a parlare con i tecnici progettisti. Quasi che fossero quelli gli interlocutori dei cittadini.
La scelta di un parcheggio interrato al Borgo chi l’ha compiuta: il tecnico o politico?
Se l’avesse compiuta “il tecnico”, la domanda conseguente sarebbe . “Ma allora il politico che ci sta a fare?”.
Se la scelta l’ha compiuta il “politico”, è lui che deve rispondere, in termini di politica del territorio, al cittadino che interroga.
A qualche assessore dalla “memoria corta” ma naso, sicuramente, “molto lungo” voglio ricordare :
La scelta politica è stata effettuata da questa Amministrazione Comunale con delibera di Giunta del novembre 2005 ( allorquando i soggetti fisici e politici che amministravano erano gli stessi di adesso!) e poi inserita nel triennale 2006/2008
Il PRG fa delle previsioni complessive ed indica la possibile destinazione di aree, che sicuramente contemplavano la realizzazione di parcheggi a corona del Centro Antico, ma le scelte politiche concrete avviate dall’Amministrazione Comunale prevedevano :
che l’unico parcheggio interrato- multipiano fosse realizzato nell’area sotto la “tendostruttura di S. Cosimo” , con ingresso da via Olevano e uscita pedonale a Salita Ripa, , a servizio del Santuario dei Santi Cosma e Damiano;
la realizzazione di un’area parcheggio non pavimentata nella zona alta del Centro antico;
per Piazza Borgo era previsto un intervento di riqualificazione che riproponesse l’idea di “Campo dei Fiori” a Roma e con l’impiego di materiali e pavimentazioni omogenee col Centro Antico di cui Piazza Borgo è parte integrante e, non a caso, i parcheggi pubblici furono collocati a Piazza XXV Aprile e nella strada che da quella Piazza giunge al Borgo.
Lasciamo stare, quindi, il PRG e le precedenti amministrazioni.
Si pensi a dare risposte ai cittadini del Borgo, al cui fianco sfilerò al corteo del 3 marzo che autonomamente hanno ritenuto d’indire.

Solidarietà ai lavoratori della Eboli Multiservizi

Continua l’interminabile telenovela dei lavoratori della Eboli Multiservizi spa, ancora una volta costretti ad occupare l’aula consiliare, per denunciare i ritardi sul pagamento degli stipendi e per l’assoluta mancanza di chiarezza sul futuro di questa società, nella quale hanno trovato la stabilizzazione una quarantina di L.S.U., che per anni hanno prestato la loro opera presso il Comune di Eboli (uno dei pochi comuni della Regione Campania che fra il 2000 e il 2004 ha stabilizzato l’intera platea di L.S.U. di cui si era avvalso per anni!).
Ci avevano detto che il problema era il socio privato, individuato tramite regolare bando, e che è stato “invitato” a farsi da parte!
Ci avevano detto che il problema era il “criminale” accordo sindacale che consente a quei lavoratori di portare a casa, quando pagati, circa 990 euro al mese.
Provassero loro a tirare avanti una famiglia con quella somma.
Ai lavoratori le recriminazioni di qualche amministratore di passaggio non interessano.
A loro interessa sapere qual è il futuro che per essi si disegna.
Interessa capire perché la gestione delle pulizie, della refezione scolastica, della pubblica illuminazione, del ciclo dei rifiuti non è stato passato alla Eboli Multiservizi, come nel 2004 aveva previsto il Consiglio Comunale.
Ad essi la mia piena solidarietà per la difficile lotta che hanno intrapreso, nella speranza che, finalmente, per loro si apra una stagione di sicurezza e di tranquillità.
Ai cittadini ebolitani, l’augurio, che non abbiano più a patire disagi, a causa di un’astensione dal lavoro dei dipendenti della Eboli Multiservizi, non certo imputabile alla loro volontà.

Un serio progetto per la Piana del Sele

Presentato un emendamento al Piano Territoriale Regionale, che delinea gli indirizzi strategici regionali per progettare il futuro della Piana del Sele da Pontecagnano a Capaccio Paestum.
La modifica è stata proposta dal consigliere regionale Gerardo Rosania del PRC alla Quarta Commissione Consiliare Regionale che deve licenziare l’atto.
Si tratta di una nuova scheda aggiuntiva centrata sulla Piana del Sele come area strategica a sé, che programma il suo futuro dal basso all’interno delle linee guida regionali specifiche per questa zona, svincolata dalla precedente soluzione che la vedeva accorpata a Salerno.
“E’ un emendamento importante che permette alla Piana del Sele di mettere in evidenza le sue peculiarità e l’importanza di valorizzare le risorse territoriali e di coniugarle con le esigenze di carattere infrastrutturale che ne possono determinare lo sviluppo economico. – dichiara il Consigliere Rosania – Al suo interno sono previsti tra gli altri i seguenti indirizzi : aumentare la qualità della vita e degli insediamenti abitativi e produttivi. Superare i problemi di mobilità. Potenziare le reti viarie e ferroviarie. Attivare l’aeroporto di Pontecagnano e i nodi intermodali Delineare bene il confine tra centro abitato e zona agricola. Qualificare la fascia costiera, incentivando le strutture ricettive di qualità. Realizzare e potenziare approdi ed interventi fluviali eco-compatibili. Valorizzazione dei Centri antichi e delle colline e degli aspetti naturalistici , anche fluviali. Costruzione di una nuova immagine turistica dell’area. Forte sostegno alla produzione agricola. Evitare il processo di polverizzazione aziendale agricola. Sostegno alla sinergia delle aree industriali.
Questo è una cornice importante, i cui contenuti saranno poi determinati dalle progettazioni provinciali e comunali. Importante è lavorare insieme, sinergicamente, per una progettualità integrata tra tutte le realtà della Piana per uno sviluppo solido, sostenibile e duraturo .”

mercoledì 6 febbraio 2008

Mai la politica ebolitana aveva toccato livelli di tale volgarità...

Che il sindaco della città risponda ad accuse politiche, mosse da una forza politica di opposizione durante un comizio in piazza, con un querela piuttosto che con prese di posizione, e con atti politici, ritengo, sia sintomo di un processo involutivo mai raggiunto dalla politica ad Eboli neanche nei bui anni ottanta!
Gravissimo che alfiere, fautore di questo processo sia il Sindaco della città che ancora una volta, dopo i “camaleontismi” della prima ora ed i pasticci burocratici - amministrativi, contribuisce ad azzerare il confronto politico in città e dà l’idea del deragliamento culturale di questa maggioranza.
Sono gli argomenti politici, i programmi, la capacità di interloquire con i cittadini, con le associazioni, con le forze politiche tutte, che debbano far da linea guida ad una amministrazione.
L’imbarbarimento e altra cosa.
Si faccia chiarezza in termini politici sui convenzionati, sulle varianti al PRG, sui progetti di finanza in variante, sugli abusivi sulla costa, sull’area PIP, sul mercato di San Nicola Varco, sull’istituto orientale, sul disegno della città, sulla Multiservizi, sulle opere pubbliche.
In altri termini si dica qual è la proposta politico – programmatica.
La querela ha un altro contenuto: intimidire il dissenso! Zittire la critica!
Pensavo che questa prassi culturale, come quella di cercare di imbavagliare gli organi di informazione, fosse stata rimossa dalla pratica locale. Evidentemente mi sbagliavo!!
E di risposte politiche che il paese ha bisogno.
Tanto per cominciare: l’UDEUR è dentro o fuori dalla maggioranza ebolitana, dopo aver sancito la caduta di Prodi e la fine dell’Unione, e dopo essersi collocato fuori dal centro – sinistra?
Chiederlo mi espone al pericolo di querela? Correrò il rischio!
Alla Sinistra ebolitana, ancora una volta, l’invito a meditare sul processo in atto nella città e di cui ci si sta rendendo, più o meno inconsapevolmente, complici!

Gerardo Rosania

venerdì 1 febbraio 2008

Percolato a Coda di Volpe: un non senso


La scelta del Commissario per i rifiuti di stoccare il percolato proveniente dalle discariche presso il depuratore di Coda di volpe, si inserisce a pieno titolo nel lungo elenco delle scelte incomprensibili che, in 14 anni, il Commissariato ha operato.
Era un non senso la scelta della termodistruzione;
è un’assurdità la scelta di 3 termodistruttori, quando uno sarebbe più che sufficiente;
è stata una follia, decidere di non realizzare neanche un impianto di compostaggio;
è stata una cosa incomprensibile, non realizzare neanche un impianto per lavorare il percolato;
è pura demagogia svuotare i CDR per rimettere in moto un ciclo che dopo tre mesi ritorna in tilt;
è stata una pazzia scegliere Valle della Masseria a Serre;
è una scelta incomprensibile Pianura;
ora a questo elenco (troppo lungo) si aggiunge il percolato a Coda di Volpe.
Il depuratore di coda di volpe non è funzionante, quindi si pensa non a lavorare il percolato, ma a depositarlo lì, lasciando che evapori; è una zona sottoposta rispetto al fiume Sele, che infatti nelle sue esondazioni interessa sovente l’area del depuratore; è situata in piena area agricola, e non a caso le vasche vengono oggi utilizzate come accumulo di acquata utilizzare per l’irrigazione; è un depuratore che messo in funzione deve rispondere all’esigenze dell’intera area a sud della SS 18, delle aziende agricole e di un’area turistica che vuole decollare e non può farlo con la prospettiva di scaricare liquami nel Sele o a mare che, viceversa, dovrebbero essere gli attrattori del turismo.
Nessuna sindrome di “Nimby”, il territorio ebolitano comprende lo stato drammatico dei rifiuti in Campania e il sacrificio che ognuno deve essere chiamato a compiere. Ma possiamo discutere perché si ragioni su depuratori come quello in zona ASI Eboli-Battipaglia tarato per 250.000 abitanti ed oggi lavora al minimo?
Possiamo ragionare sul fatto che il percolato non venga scaricato direttamente nel depuratore mandandolo in tilt, ma che venga stoccato in vasche a tenuta stagna da cui, poi, il gestore provvederà a mescolarlo con i liquami che arrivano nel depuratore, per essere lavorato nel rispetto dei parametri fissati nella normativa. C’è bisogno di interventi tecnologici?
Forse per una volta i soldi verrebbero spesi bene!
Forte deve essere la posizione dei livelli istituzionali cittadini, non per andare allo scontro con il Commissariato (che però prima viene chiuso meglio è per la Campania) ma per chiedere di essere protagonista delle scelte che riguardano il proprio territorio.


Gerardo Rosania