La scelta del Commissario per i rifiuti di stoccare il percolato proveniente dalle discariche presso il depuratore di Coda di volpe, si inserisce a pieno titolo nel lungo elenco delle scelte incomprensibili che, in 14 anni, il Commissariato ha operato.
Era un non senso la scelta della termodistruzione;
è un’assurdità la scelta di 3 termodistruttori, quando uno sarebbe più che sufficiente;
è stata una follia, decidere di non realizzare neanche un impianto di compostaggio;
è stata una cosa incomprensibile, non realizzare neanche un impianto per lavorare il percolato;
è pura demagogia svuotare i CDR per rimettere in moto un ciclo che dopo tre mesi ritorna in tilt;
è stata una pazzia scegliere Valle della Masseria a Serre;
è una scelta incomprensibile Pianura;
ora a questo elenco (troppo lungo) si aggiunge il percolato a Coda di Volpe.
Il depuratore di coda di volpe non è funzionante, quindi si pensa non a lavorare il percolato, ma a depositarlo lì, lasciando che evapori; è una zona sottoposta rispetto al fiume Sele, che infatti nelle sue esondazioni interessa sovente l’area del depuratore; è situata in piena area agricola, e non a caso le vasche vengono oggi utilizzate come accumulo di acquata utilizzare per l’irrigazione; è un depuratore che messo in funzione deve rispondere all’esigenze dell’intera area a sud della SS 18, delle aziende agricole e di un’area turistica che vuole decollare e non può farlo con la prospettiva di scaricare liquami nel Sele o a mare che, viceversa, dovrebbero essere gli attrattori del turismo.
Nessuna sindrome di “Nimby”, il territorio ebolitano comprende lo stato drammatico dei rifiuti in Campania e il sacrificio che ognuno deve essere chiamato a compiere. Ma possiamo discutere perché si ragioni su depuratori come quello in zona ASI Eboli-Battipaglia tarato per 250.000 abitanti ed oggi lavora al minimo?
Possiamo ragionare sul fatto che il percolato non venga scaricato direttamente nel depuratore mandandolo in tilt, ma che venga stoccato in vasche a tenuta stagna da cui, poi, il gestore provvederà a mescolarlo con i liquami che arrivano nel depuratore, per essere lavorato nel rispetto dei parametri fissati nella normativa. C’è bisogno di interventi tecnologici?
Forse per una volta i soldi verrebbero spesi bene!
Forte deve essere la posizione dei livelli istituzionali cittadini, non per andare allo scontro con il Commissariato (che però prima viene chiuso meglio è per la Campania) ma per chiedere di essere protagonista delle scelte che riguardano il proprio territorio.
Gerardo Rosania
Era un non senso la scelta della termodistruzione;
è un’assurdità la scelta di 3 termodistruttori, quando uno sarebbe più che sufficiente;
è stata una follia, decidere di non realizzare neanche un impianto di compostaggio;
è stata una cosa incomprensibile, non realizzare neanche un impianto per lavorare il percolato;
è pura demagogia svuotare i CDR per rimettere in moto un ciclo che dopo tre mesi ritorna in tilt;
è stata una pazzia scegliere Valle della Masseria a Serre;
è una scelta incomprensibile Pianura;
ora a questo elenco (troppo lungo) si aggiunge il percolato a Coda di Volpe.
Il depuratore di coda di volpe non è funzionante, quindi si pensa non a lavorare il percolato, ma a depositarlo lì, lasciando che evapori; è una zona sottoposta rispetto al fiume Sele, che infatti nelle sue esondazioni interessa sovente l’area del depuratore; è situata in piena area agricola, e non a caso le vasche vengono oggi utilizzate come accumulo di acquata utilizzare per l’irrigazione; è un depuratore che messo in funzione deve rispondere all’esigenze dell’intera area a sud della SS 18, delle aziende agricole e di un’area turistica che vuole decollare e non può farlo con la prospettiva di scaricare liquami nel Sele o a mare che, viceversa, dovrebbero essere gli attrattori del turismo.
Nessuna sindrome di “Nimby”, il territorio ebolitano comprende lo stato drammatico dei rifiuti in Campania e il sacrificio che ognuno deve essere chiamato a compiere. Ma possiamo discutere perché si ragioni su depuratori come quello in zona ASI Eboli-Battipaglia tarato per 250.000 abitanti ed oggi lavora al minimo?
Possiamo ragionare sul fatto che il percolato non venga scaricato direttamente nel depuratore mandandolo in tilt, ma che venga stoccato in vasche a tenuta stagna da cui, poi, il gestore provvederà a mescolarlo con i liquami che arrivano nel depuratore, per essere lavorato nel rispetto dei parametri fissati nella normativa. C’è bisogno di interventi tecnologici?
Forse per una volta i soldi verrebbero spesi bene!
Forte deve essere la posizione dei livelli istituzionali cittadini, non per andare allo scontro con il Commissariato (che però prima viene chiuso meglio è per la Campania) ma per chiedere di essere protagonista delle scelte che riguardano il proprio territorio.
Gerardo Rosania
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