mercoledì 18 febbraio 2009

Piano Traffico Eboli


Nei giorni passati la stampa ha riportato la notizia, per altro non smentita neanche nei recenti comunicati di vertici del potere comunale, secondo cui il Piano del Traffico in fase di adozione da parte del Comune di Eboli sarebbe un’attuazione di quella approvata dall’Amministrazione da me guidata.
Ovviamente, così come già successo per la gestione dell’orpello dell’Embrice ove si cercava qualcuno su cui scaricare le responsabilità, non è assolutamente vero.
La delibera del Consiglio Comunale del 7 giugno 2004, fu il punto di arrivo di un percorso che vide una partecipazione straordinaria, fatta di incontri coi cittadini, con le categorie, di uno studio approfondito arricchito di simulazioni ed analisi del carico veicolare delle varie strade, perseguito poi con ampia diffusione del piano adottato dalla giunta per consentire la presentazioni di osservazioni da parte delle categorie, dei comitati di quartiere, dei singoli cittadini con cui , poi, il Consiglio comunale si misurò in sede di approvazione, fra l’altro approvandone diverse come risulta dalla citata delibera del 7 giugno 2004.
Il piano , allora approvato, avrebbe dovuto essere attuato a tappe. L’Amministrazione da me guidata ne avviò la prima, quella che riguardava l’area centrale intorno a Piazza della Repubblica. Non ci fu il tempo per il resto. L’attuale Amministrazione, per sua scelta ha deciso di non applicare quel piano traffico . Il piano che viene oggi presentato, non ha nulla a che vedere con quello del 2004.
E’ un ‘idea di questa Amministrazione il doppio senso a Via Ripa. Noi proponemmo, per alleggerire Corso Garibaldi, un senso unico verso la Piazza a partire all’altezza dell’incrocio con via I. Lodato, e sempre da quell’incrocio, senso unico verso via S. Berardino.
E’ un’idea di questa Amministrazione il doppio senso nella parte alta di via Matteotti.
E’ un’idea di questa amministrazione la direzione dei sensi unici a via Unione Sovietica, via Usa e via Salerno, noi proponevamo il senso unico in direzione opposta.
E’ un’idea di questa amministrazione il senso unico in via Apollo XI, noi proponevamo il doppio senso.
Giusto sbagliato, spetta ai cittadini valutare, ma nessuno è consentito dopo 4 anni di governo continuare a nascondersi, dietro atti altrui, che per altro, andavano in tutto altro senso.
Per una volta questi signori abbiano il coraggio delle proprie scelte. E’ una questione di stile. Come sempre!

Cimitero...privato

L’oltraggio alla verità, ritenevo, fosse una pratica propria della prima Repubblica. Qualcuno ad Eboli, per esigenze politiche o per cultura sua personale, è rimasto evidentemente legato a quel periodo. La vicenda del Cimitero è una triste e malinconica conferma.
I vertici del Comune in un momento di esternazione, particolarmente , creativo, ripropongono una vecchia furbizia : scaricare su altri la responsabilità dei guai che combinano. ( e’ stato fatto per il bilancio , per l’orpello dell’Embrice, per i casini del traffico ecc.)Per fortuna, come si dice ad Eboli, i cittadini li hanno da tempo “sgamati”, e credo che questo sia all’origine di un revisionismo storico sempre più evidente.
Cosa dice il comunicato dl comune :
che, come avevo sostenuto, la gestione del cimitero verrà affidata ad un privato. I cittadini avranno come interlocutore il privato.
Tariffe fissate dal comune? Certo, ma sulla base dei costi che presenterà il privato che , certo non espleterà servizi per fare beneficenza ma, legittimamente per altro, per profitto!
Che nel 2006, questa Amministrazione ha deciso di abbandonare il progetto di ampliamento del cimitero. Si prevedevano le stesse cose che oggi si pretende di spacciare come una “meraviglia” dovuta al privato che avrà in gestione il cimitero. Si dimentica che il Comune doveva incassare ancora il saldo dai cittadini che avevano prenotato loculi e suoli. Si dimentica , questo è ancor più grave, che il bilancio del comune è unico, per cui la scelta di non reperire i fondi per pagare la ditta che stava eseguendo i lavori, senza dare priorità al cimitero, è stata una scelta di questa Amministrazione che , pertanto per intero ne porta la responsabilità.
Continuare il giochino da bambini “ non è colpa mia … è colpa sua” non paga più. Ma poi … come sempre è una questione di stile! Noi non l’abbiamo mai perseguito!
Rimane un fatto , l’eliminazione di questo nuovo “orpello” sarà un’altra delle priorità di chi sostituirà questa armata brancaleone a partire dal 2010.

giovedì 12 febbraio 2009

Legge Elettorale Regionale

In attesa del Consiglio regionale del 20 febbraio 2009, c’è un fermento di proposte di Legge elettorale regionale. Noi riteniamo il testo licenziato dalla Commissione Statuto del Consiglio Regionale una buona proposta che raccoglie le indicazione venute fuori dal confronto tra le forze politiche presenti in Commissione. Noi come forza politica, in sinergia ad altre forze della Sinistra, ci siamo astenuti perché crediamo che il testo debba essere migliorato solo nella parte che riguarda la questione di genere e quindi di un’ equilibrata rappresentanza di entrambi i generi all’interno dell’assise Consiliare.
Per questo abbiamo presentato un unico emendamento, che ribadisce la necessità di una doppia preferenza per generi, in modo che si assicuri la rappresentanza in consiglio del genere femminile fino ad oggi sottorappresentato. La nostra proposta è quella di considerare valide solo le preferenze espresse per entrambi i generi . Quindi si escludono le preferenze singole o per due candidati dello stesso genere. C’è convergenza tra le forze che si rivedono nella sinistra sulla necessità della rappresentanza equilibrata tra i generi . Su questo lavoreremo insieme. Naturalmente esprimeremo la nostra contrarietà a tutte le ipotesi di ulteriori soglie di sbarramento che riducono gli spazi di rappresentanza o a qualche soluzione pasticciata ed inventata all’ultimo momento che stravolga il testo licenziato dalla commissione. Il dato politico importante quindi è la convergenza delle forze della sinistra su un obiettivo condiviso.

Emergenza Comunità Montana - UNCEM


Il 9 febbraio 2009 i rappresentanti delle comunità montane si sono riuniti in un assemblea dell’UNCEM per rappresentare una situazione difficile che coinvolge la maggior parte di questi enti in Campania. Infatti la situazione, in seguito alle ultime modifiche normative, appare drammatica: le risorse finanziare sono sufficienti fino ad aprile 2009, i bilanci previsionali non sono ancora stati predisposti, mancano le risorse per retribuire il personale, e da maggio 2009 si potrebbe paventare l’ipotesi di un dissesto finanziario, con tutte le conseguenze negative anche sul personale. In queste condizioni , naturalmente le comunità montane non possono svolgere i propri compiti istituzionali e specialmente, in questo periodo di emergenza da maltempo, le montagne sono sprovviste delle dovuta manutenzione.
Le forti perplessità, da me espresse, in sede di approvazione della Legge Regionale sul nuovo ordinamento delle comunità montane hanno trovato conferma nell’applicazione della nuova normativa : l’accorpamento di questi enti, escludendo una serie di comuni, ha portato una riduzione dei contributi di circa 2/3, che gli stessi versavano, in quanto si è ridotto il numero dei comuni facenti parte delle comunità montane. Nessuna risorsa aggiuntiva è stata prevista nel bilancio regionale 2009. In prospettiva si mette in discussione addirittura la sopravvivenza di questi Enti. Per questo diventa necessario una nuova legge sulle comunità montane che tenga conto della realtà dei fatti. e quindi diventa indispensabile il ritorno in Consiglio Regionale. Una proposta è stata già da me presentata, ma siamo pronti a confrontarci con tutti coloro che vorranno dare un contributo per superare questa situazione.

Per questo ho richiesto , con urgenza, al Vice Presidente Valiante di convocare un incontro con la presenza del Presidente del Consiglio Regionale della Campania, in quanto la competente commissione è dimissionaria, ed i rappresentanti dell’UNCEM e i Presidenti delle comunità montate della Campania per affrontare queste problematiche.

mercoledì 11 febbraio 2009

Elezioni Provinciali di Salerno

Ritengo di condividere la posizione espressa dal Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista in merito alla questione del proliferare delle liste del PD, andando oltre ed in violazione degli accordi firmati al tavolo del centro – sinistra.
Ritengo che il Movimento per la Sinistra, nato a Chiangiano non possa non condividere la valutazione secondo cui se il PD continua ad inoltrarsi su un terreno di confusione e di logiche tutte interne, la Sinistra, tutta, abbia il dovere di rivendicare la propria autonomia e si debba individuare una figura di alto profilo, riconosciuta e stimata in provincia di Salerno da candidare alla Presidenza in alternativa ai rappresentanti dei due poli che oggi si confrontano, avviando, per altro, davvero la costruzione di una soggettività politica nuova, fuori dagli schemi classici, con autonomia politica, culturale e progettuale capace di riunire l’intero ed enorme arcipelago delle forze e delle intelligenze che si collocano a sinistra.
Rinnovo, ovviamente, alle compagne ed ai compagni di Rifondazione Comunista e delle altre forze della Sinistra in provincia di Salerno, l’appello a costruire, comunque, anche nel caso si ritrovino le condizioni per rimanere nella coalizione del centro – sinistra, liste unitarie per la prossima scadenza elettorale, che mettano insieme l’esigenza di una grande forza politica a sinistra del PD e la necessità di ricollocare al centro del dibattito politico nazionale la questione meridionale.

Interrogazione sullo stato delle Comunità Montane in Regione Campania

All’Assessore Regionale
On. Antonio Valiante
Sede


Oggetto: interrogazione sullo stato delle Comunità Montane in Regione Campania


Premesso che

a con L.R. del 30/09/2008 e successive modificazioni ed integrazioni, la Regione Campania ha provveduto al riordino delle Comunità Montane, in ottemperanza a quanto disposto dalla legislazione nazionale a partire dalla legge n.244 del 24/12/2007;

a che tale riordino è avvenuto ponendosi esclusivamente la finalità del risparmio di spese, poco interessandosi della reale, successiva, possibilità di “sopravvivere” da parte delle Comunità Montane come riorganizzate;

a che ci sono comunità montane nate dalla fusione di più comunità preesistenti, previo lo “sfrondamento” dei comuni che prima ne facevano parte perché costieri, o perché interclusi senza essere montani, o perché con popolazione superiore ai 20.000 abitanti che si sono trovati ad avere una riduzione di entrate, derivanti dai contributi dei comuni, di circa 2/3; ad avere una riduzione dei contributi regionali a seguito degli esigui finanziamenti allocati nel bilancio 2009; ed ad avere il personale in servizio nelle comunità accorpate pari a più del doppio di quanto ne avevano le singole comunità prima dell’accorpamento;

a che a seguito di tali situazioni paradossali nella assemblea UNCEM del 9/2/2009 è emerso che la stragrande maggioranza delle Comunità Montane ha autonomia finanziaria ad aprile 2009 dopodiché si troveranno:
1) a dichiarare, se fosse possibile, il dissesto finanziario;
2) a dover avviare le procedure di mobilità di decine e decine di dipendenti;

a che nel frattempo le comunità Montane sono impossibilitate, per carenza di fondi ad assicurare che, proprio il maltempo di questi giorni lo ha evidenziato, sono sempre più necessari e urgenti

si interroga per sapere

quali sono i provvedimenti che codesto Assessore intende porre in essere, per consentire alle Comunità Montane regionali per evitarne il dissesto finanziario, evitare che centinaia di lavoratori si ritrovino con procedure di licenziamento e che la montagna sia abbandonata.
Il Consigliere Regionale
Gerardo Rosania