A marzo 2010 anche gli ebolitani torneranno alle urne, per eleggere il nuovo Sindaco e rinnovare il Consiglio Comunale.
I giochi politici, i posizionamenti, sono in pieno svolgimento sia a destra che nel centro – sinistra.
Per lo più ammantati da tatticismo ed ipocrisia e con un grande assente: il programma, il “che fare” per la città!
L’area che sembra avere più problemi è sicuramente quella del centro – sinistra, la quale ha avuto l’onere del governo della città in questi ultimi 15 anni.
Ma ci sono differenze nette fra la situazione del 2005 quando fu eletto Melchionda e quella cui ci approssimiamo.
Nel 2005 il centro – sinistra si presentava unito, con un lavoro positivo alle spalle, per cui avrebbe vinto qualunque candidato alla corsa di Sindaco perché trascinato dalle liste.
Infatti Melchionda vinse le elezioni restando sotto il risultato delle liste del centro – sinistra, pur essendo un personaggio non coinvolto nella vicenda politica che va dal 1996 al 2005, si avvantaggiò del lavoro svolto.
L’elettorato intese premiare la coalizione che aveva governato.
Oggi la situazione è sostanzialmente diversa: il centro – sinistra si appresta alle elezioni sulla scorta di un quinquennio di amministrazione catastrofico, su cui l’elettorato si è già pronunciato, bocciandolo alle provinciali e alle europee del 2009; dal quale “pezzi” più o meno importanti della sinistra, da tempo, hanno preso le distanze; su cui lo stesso sondaggio commissionato dal Comune è stato impietoso: il 70% degli ebolitani ha espresso un giudizio “non positivo”.
Questo quinquennio pesa come un macigno, sulla strada di avvicinamento del centro sinistra ebolitano all’appuntamento elettorale del 2010.
Un macigno che possiamo tradurre in un grande quesito: “continuità o discontinuità” rispetto alla esperienza Melchionda?
Già il fatto che la coalizione discuta sull’opportunità o meno di ricandidare il Sindaco uscente è un fatto politico estremamente importante. Vuol dire che c’è difficoltà a “promuovere” questa esperienza amministrativa, e la paura se non il terrore di una clamorosa sconfitta incombe sul centro – sinistra ebolitano.
Se il centro – sinistra fa la scelta della “continuità” il candidato non può che essere il Sindaco uscente, soprattutto se lo stesso ha dichiarato la propria disponibilità, come sembra aver fatto.
Una scelta del genere, ovviamente, deve mettere nel conto che il centro – sinistra si avvii alle elezioni in ordine sparso, con pezzi diversi che andranno da soli; con quel giudizio negativo dell’elettorato, già noto, di cui parlavamo prima.
Francamente, a me sembra, un suicidio politico!
Ma dopo tanti anni di militanza politica, non c’è più nulla che mi stupisca!
Se il centro – sinistra sceglie la strada della discontinuità, a me pare, esso deve partire da una profonda autocritica su ciò che sono stati questi ultimi 5 anni in termini di metodo e di programmi di governo della città che deve coinvolgere tutti gli artefici politici e fisici di questa esperienza. Per quanto mi riguarda è da giugno 2005 che dico di non riconoscermi in questa Amministrazione e ne sono oppositore!
Discontinuità significa cambiare radicalmente i metodi di governo, significa cambiare gli uomini che hanno “imperversato” in comune in questi anni, presentare un programma che segni una frattura netta rispetto a quanto si è fatto in questa consiliatura.
Qui, poi, scattano le facile ipocrisie: i tentativi di rifarsi la verginità negli ultimi 3 / 4 mesi prima delle elezioni, e senza rendere noto su che cosa avviene la rottura, dopo aver condiviso e contribuito alle più grandi assurdità (mi viene da dire porcherie!) di questa Amministrazione.
Una delle peggio del dopoguerra.
Si rompe sul metodo? Dopo aver assistito e condiviso: il ritorno del clientelismo in comune; ritornare il luogo delle decisioni in capo ad un gruppo di “amici al bar”; la progressiva umiliazione del Consiglio Comunale, che da luogo degli eletti, del confronto e delle decisioni si è ridotto a semplice luogo di ratifica di scelte fatte altrove; alla riduzione delle regole al puro stato di “lacci e lacciuoli” e quindi da rimuovere; la frattura, anche fisica, fra istituzioni e cittadini; dopo aver assistito alla affermazione della politica degli annunci e delle menzogne ai cittadini, al riaffermarsi della logica degli “amici” come categoria di privilegiati al ritorno dell’idea che il cittadino non ha “diritti” ma deve chiedere “piaceri” al politico di turno!
Si rompe nel merito? Dopo aver accettato il condono fiscale; all’aumento delle tasse indiscriminato in un comune che nel 2005 aveva il più basso prelievo fiscale procapite della provincia; all’aggressione del centro antico abbandonato a se stesso e “scempiato” con il “silenzio assenso” del comune nei sui angoli più suggestivi, alle varianti ad personam al P.R.G.; l’aggressione al Piano Regolatore del 2004 col conseguente fermo dell’edilizia; alla scomparsa della politica di pace su cui questo comune non ha proferito più parola; alla riduzione della questione dei migranti ad un problema di sicurezza, rinunciando a qualsiasi politica di integrazione; alle scelte che hanno portato il comune alla “bancarotta”; alla svendita dei terreni dell’Istituto Orientale che appartenevano a tutti i cittadini ebolitani; alla “sanatoria” sulla fascia costiera cittadina dove si è legittimato l’abusivismo di decenni negando qualsiasi programma di sviluppo; allo smantellamento delle strutture di prevenzione dell’abusivismo edilizio che ormai impera in tutta la Piana del Sele; all’abbandono di qualsiasi politica di attenzione verso l’agricoltura; alla gestione “amicale” e straordinaria dell’area industriale, dove per anni non si è fatto un bando per le assegnazioni delle aree; alla scomparsa delle politiche sociali; alla cancellazione di iniziative culturali che erano diventate caratterizzanti per la nostra città; alla collocazione delle eco – balle a Coda di Volpe, per precisa scelta politica; alla umiliazione delle associazioni e dei comitati di quartiere; allo svuotamento della Multiservizi di tutti i servizi ad essa destinati; alla privatizzazione della illuminazione pubblica; alla privatizzazione del cimitero; all’isolamento della città di Eboli dal dibattito sullo sviluppo della Piana del Sele e della provincia; all’abbandono di politiche rivolte alla valorizzazione della storia locale; al progressivo degrado di un territorio sul quale la manutenzione è progressivamente scomparsa; ad una proliferazione di “dirigenti” nella macchina amministrativa; al blocco delle opere pubbliche; alla scomparsa di ogni regola e di ogni controllo rispetto all’apertura di pubblici esercizi; allo spostamento del mercato settimanale senza opportune politiche di accompagnamento; ecc…ecc…!
Il rifacimento della “verginità” politica non è una operazione chirurgica, che si possa fare in qualche settimana. Troppo comodo!
Si faccia pubblica autocritica. Altrimenti dove sta la novità?
La situazione, quindi, è ben diversa da quella del 2005.
Regolamento di conti interni, giochetti e ipocriti riposizionamenti non servono.
La disfatta è dietro l’angolo!
Ecco perché la Sinistra ha il dovere di muoversi con rapidità e con decisione, marcando la “cesura” netta rispetto all’esperienza amministrativa di questi ultimi cinque anni e mettendo in campo un programma fortemente innovativo che guarda al futuro di Eboli.
Un programma che collochi Eboli nella Piana del Sele, avendo ben presente che o si riesce a mettere in campo una politica di sviluppo di un intera area vasta, come la piana, o si parla di “aria fritta”.
Un programma che metta la questione dello sviluppo e della occupazione al centro; che ridisegni urbanisticamente la città, ripristinando regole di governo del territorio sapendo che l’abusivismo, il consumo di suolo, l’impermeabilizzazione ha come risultato quello che è avvenuto a Messina in questi giorni; che ponga la questione del “Centro Antico”, visto come risorsa e opportunità, non come area da aggredire e saccheggiare; le questioni sociali, culturali e della integrazione sociale come indici di civiltà di una comunità; che affronti il tema del risanamento del bilancio del comune anche attraverso una riduzione della tassazione come esito di una vera lotta all’evasione fiscale e della razionalizzazione dei tributi ma, sicuramente, attraverso il taglio di rivoli di spese inutili e clientelari; che rilanci le politiche della partecipazione, attraverso il “bilancio partecipato”, la istituzionalizzazione dei comitati di quartiere e ridando la dignità al Consiglio Comunale; la riqualificazione delle periferie e delle frazioni con servizi, opere pubbliche e collegamenti al centro; che riprenda la lotta all’abusivismo a partire dalla fascia costiera su cui riprendere con la Provincia il progetto “Costa del Sele” rappresenta una scelta di sviluppo di una intera area; restituire al pubblico i servizi che la legge non impone di delegare al privato (a partire dal cimitero); che apra una grande discussione pubblica sulla questione delle terre dell’Orientale da sottrarre a “interessi” occulti, che renda trasparente le procedure di assunzione nei centri commerciali, e che si ponga il problema de commercio in Eboli a seguito dell’apertura dei centri commerciali.
Che rimetta mano alla riqualificazione della macchina amministrativa, dando piena fiducia alle professionalità che nel comune pure ci sono; che sappia fare i conti in termini moderni con le politiche giovanili previa comprensione dei problemi delle nuove generazioni.
Io credo che la Sinistra su questi temi, oltre ad altri che sicuramente sono sul campo, debba aprire un grande confronto con la città e su questo cercare le opportune convergenze politiche, se possibile.
Altrimenti si accettano le sfide!
Dove sarebbe la novità, se ci riducessimo ad un accordo ad ogni costo?
Eboli ha bisogno di ritrovare l’entusiasmo, di ritornare a riconoscersi in istituzioni credibili e trasparenti.
I “papocchi”, le ambiguità e le ipocrisie non servono, non vanno in quella direzione, ma portano, solo, a coinvolgere tutti in una grande disfatta ed a stroncare, sul nascere, quella voglia di “risollevarsi” che proviene da tanta parte della comunità ebolitana.
Io lo ritengo un errore! Io non ci sto!
Gerardo Rosania
Consigliere Regionale “L a Sinistra”
I giochi politici, i posizionamenti, sono in pieno svolgimento sia a destra che nel centro – sinistra.
Per lo più ammantati da tatticismo ed ipocrisia e con un grande assente: il programma, il “che fare” per la città!
L’area che sembra avere più problemi è sicuramente quella del centro – sinistra, la quale ha avuto l’onere del governo della città in questi ultimi 15 anni.
Ma ci sono differenze nette fra la situazione del 2005 quando fu eletto Melchionda e quella cui ci approssimiamo.
Nel 2005 il centro – sinistra si presentava unito, con un lavoro positivo alle spalle, per cui avrebbe vinto qualunque candidato alla corsa di Sindaco perché trascinato dalle liste.
Infatti Melchionda vinse le elezioni restando sotto il risultato delle liste del centro – sinistra, pur essendo un personaggio non coinvolto nella vicenda politica che va dal 1996 al 2005, si avvantaggiò del lavoro svolto.
L’elettorato intese premiare la coalizione che aveva governato.
Oggi la situazione è sostanzialmente diversa: il centro – sinistra si appresta alle elezioni sulla scorta di un quinquennio di amministrazione catastrofico, su cui l’elettorato si è già pronunciato, bocciandolo alle provinciali e alle europee del 2009; dal quale “pezzi” più o meno importanti della sinistra, da tempo, hanno preso le distanze; su cui lo stesso sondaggio commissionato dal Comune è stato impietoso: il 70% degli ebolitani ha espresso un giudizio “non positivo”.
Questo quinquennio pesa come un macigno, sulla strada di avvicinamento del centro sinistra ebolitano all’appuntamento elettorale del 2010.
Un macigno che possiamo tradurre in un grande quesito: “continuità o discontinuità” rispetto alla esperienza Melchionda?
Già il fatto che la coalizione discuta sull’opportunità o meno di ricandidare il Sindaco uscente è un fatto politico estremamente importante. Vuol dire che c’è difficoltà a “promuovere” questa esperienza amministrativa, e la paura se non il terrore di una clamorosa sconfitta incombe sul centro – sinistra ebolitano.
Se il centro – sinistra fa la scelta della “continuità” il candidato non può che essere il Sindaco uscente, soprattutto se lo stesso ha dichiarato la propria disponibilità, come sembra aver fatto.
Una scelta del genere, ovviamente, deve mettere nel conto che il centro – sinistra si avvii alle elezioni in ordine sparso, con pezzi diversi che andranno da soli; con quel giudizio negativo dell’elettorato, già noto, di cui parlavamo prima.
Francamente, a me sembra, un suicidio politico!
Ma dopo tanti anni di militanza politica, non c’è più nulla che mi stupisca!
Se il centro – sinistra sceglie la strada della discontinuità, a me pare, esso deve partire da una profonda autocritica su ciò che sono stati questi ultimi 5 anni in termini di metodo e di programmi di governo della città che deve coinvolgere tutti gli artefici politici e fisici di questa esperienza. Per quanto mi riguarda è da giugno 2005 che dico di non riconoscermi in questa Amministrazione e ne sono oppositore!
Discontinuità significa cambiare radicalmente i metodi di governo, significa cambiare gli uomini che hanno “imperversato” in comune in questi anni, presentare un programma che segni una frattura netta rispetto a quanto si è fatto in questa consiliatura.
Qui, poi, scattano le facile ipocrisie: i tentativi di rifarsi la verginità negli ultimi 3 / 4 mesi prima delle elezioni, e senza rendere noto su che cosa avviene la rottura, dopo aver condiviso e contribuito alle più grandi assurdità (mi viene da dire porcherie!) di questa Amministrazione.
Una delle peggio del dopoguerra.
Si rompe sul metodo? Dopo aver assistito e condiviso: il ritorno del clientelismo in comune; ritornare il luogo delle decisioni in capo ad un gruppo di “amici al bar”; la progressiva umiliazione del Consiglio Comunale, che da luogo degli eletti, del confronto e delle decisioni si è ridotto a semplice luogo di ratifica di scelte fatte altrove; alla riduzione delle regole al puro stato di “lacci e lacciuoli” e quindi da rimuovere; la frattura, anche fisica, fra istituzioni e cittadini; dopo aver assistito alla affermazione della politica degli annunci e delle menzogne ai cittadini, al riaffermarsi della logica degli “amici” come categoria di privilegiati al ritorno dell’idea che il cittadino non ha “diritti” ma deve chiedere “piaceri” al politico di turno!
Si rompe nel merito? Dopo aver accettato il condono fiscale; all’aumento delle tasse indiscriminato in un comune che nel 2005 aveva il più basso prelievo fiscale procapite della provincia; all’aggressione del centro antico abbandonato a se stesso e “scempiato” con il “silenzio assenso” del comune nei sui angoli più suggestivi, alle varianti ad personam al P.R.G.; l’aggressione al Piano Regolatore del 2004 col conseguente fermo dell’edilizia; alla scomparsa della politica di pace su cui questo comune non ha proferito più parola; alla riduzione della questione dei migranti ad un problema di sicurezza, rinunciando a qualsiasi politica di integrazione; alle scelte che hanno portato il comune alla “bancarotta”; alla svendita dei terreni dell’Istituto Orientale che appartenevano a tutti i cittadini ebolitani; alla “sanatoria” sulla fascia costiera cittadina dove si è legittimato l’abusivismo di decenni negando qualsiasi programma di sviluppo; allo smantellamento delle strutture di prevenzione dell’abusivismo edilizio che ormai impera in tutta la Piana del Sele; all’abbandono di qualsiasi politica di attenzione verso l’agricoltura; alla gestione “amicale” e straordinaria dell’area industriale, dove per anni non si è fatto un bando per le assegnazioni delle aree; alla scomparsa delle politiche sociali; alla cancellazione di iniziative culturali che erano diventate caratterizzanti per la nostra città; alla collocazione delle eco – balle a Coda di Volpe, per precisa scelta politica; alla umiliazione delle associazioni e dei comitati di quartiere; allo svuotamento della Multiservizi di tutti i servizi ad essa destinati; alla privatizzazione della illuminazione pubblica; alla privatizzazione del cimitero; all’isolamento della città di Eboli dal dibattito sullo sviluppo della Piana del Sele e della provincia; all’abbandono di politiche rivolte alla valorizzazione della storia locale; al progressivo degrado di un territorio sul quale la manutenzione è progressivamente scomparsa; ad una proliferazione di “dirigenti” nella macchina amministrativa; al blocco delle opere pubbliche; alla scomparsa di ogni regola e di ogni controllo rispetto all’apertura di pubblici esercizi; allo spostamento del mercato settimanale senza opportune politiche di accompagnamento; ecc…ecc…!
Il rifacimento della “verginità” politica non è una operazione chirurgica, che si possa fare in qualche settimana. Troppo comodo!
Si faccia pubblica autocritica. Altrimenti dove sta la novità?
La situazione, quindi, è ben diversa da quella del 2005.
Regolamento di conti interni, giochetti e ipocriti riposizionamenti non servono.
La disfatta è dietro l’angolo!
Ecco perché la Sinistra ha il dovere di muoversi con rapidità e con decisione, marcando la “cesura” netta rispetto all’esperienza amministrativa di questi ultimi cinque anni e mettendo in campo un programma fortemente innovativo che guarda al futuro di Eboli.
Un programma che collochi Eboli nella Piana del Sele, avendo ben presente che o si riesce a mettere in campo una politica di sviluppo di un intera area vasta, come la piana, o si parla di “aria fritta”.
Un programma che metta la questione dello sviluppo e della occupazione al centro; che ridisegni urbanisticamente la città, ripristinando regole di governo del territorio sapendo che l’abusivismo, il consumo di suolo, l’impermeabilizzazione ha come risultato quello che è avvenuto a Messina in questi giorni; che ponga la questione del “Centro Antico”, visto come risorsa e opportunità, non come area da aggredire e saccheggiare; le questioni sociali, culturali e della integrazione sociale come indici di civiltà di una comunità; che affronti il tema del risanamento del bilancio del comune anche attraverso una riduzione della tassazione come esito di una vera lotta all’evasione fiscale e della razionalizzazione dei tributi ma, sicuramente, attraverso il taglio di rivoli di spese inutili e clientelari; che rilanci le politiche della partecipazione, attraverso il “bilancio partecipato”, la istituzionalizzazione dei comitati di quartiere e ridando la dignità al Consiglio Comunale; la riqualificazione delle periferie e delle frazioni con servizi, opere pubbliche e collegamenti al centro; che riprenda la lotta all’abusivismo a partire dalla fascia costiera su cui riprendere con la Provincia il progetto “Costa del Sele” rappresenta una scelta di sviluppo di una intera area; restituire al pubblico i servizi che la legge non impone di delegare al privato (a partire dal cimitero); che apra una grande discussione pubblica sulla questione delle terre dell’Orientale da sottrarre a “interessi” occulti, che renda trasparente le procedure di assunzione nei centri commerciali, e che si ponga il problema de commercio in Eboli a seguito dell’apertura dei centri commerciali.
Che rimetta mano alla riqualificazione della macchina amministrativa, dando piena fiducia alle professionalità che nel comune pure ci sono; che sappia fare i conti in termini moderni con le politiche giovanili previa comprensione dei problemi delle nuove generazioni.
Io credo che la Sinistra su questi temi, oltre ad altri che sicuramente sono sul campo, debba aprire un grande confronto con la città e su questo cercare le opportune convergenze politiche, se possibile.
Altrimenti si accettano le sfide!
Dove sarebbe la novità, se ci riducessimo ad un accordo ad ogni costo?
Eboli ha bisogno di ritrovare l’entusiasmo, di ritornare a riconoscersi in istituzioni credibili e trasparenti.
I “papocchi”, le ambiguità e le ipocrisie non servono, non vanno in quella direzione, ma portano, solo, a coinvolgere tutti in una grande disfatta ed a stroncare, sul nascere, quella voglia di “risollevarsi” che proviene da tanta parte della comunità ebolitana.
Io lo ritengo un errore! Io non ci sto!
Gerardo Rosania
Consigliere Regionale “L a Sinistra”
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