Comprendo che, ormai, ad Eboli si è avviata una campagna elettorale che sarà lunga, piena di veleni, tatticismi, riposizionamenti, tentativi di rifarsi una verginità, ma noi la lasciamo volentieri ad altri.
In altri termini: litigate fra di voi!
Noi abbiamo altro da fare: dobbiamo parlare di cosa vogliamo fare, partendo dalla constatazione del fallimento di questa amministrazione.
Valutazione nostra espressa in tempi non sospetti che coinvolge tutti che sono stati parte integrante o che, anche dall’opposizione, hanno taciuto e che si fonda su una convinzione: questa amministrazione col centro – sinistra non aveva nulla a che spartire.
Oggi la pietra dello scandalo diventa la proposta di scioglimento del consorzio PIP. Ennesima manifestazione di incapacità amministrativa di un Sindaco, che invece di porsi il problema di come rilanciarlo e dargli competenze e compiti scopre, oggi, il “costo”, e nulla dice sul come dovrebbe essere gestita l’area industriale. Spero non si pensi ad una sorta di consorzio ASI che, ovunque, è miseramente fallito.
Ma fa specie il fatto che nulla si dice sul fatto che in area PIP ormai assegnano lotti solo con l’articolo 17; che da anni non si emette un bando pubblico; che si consente alle aziende di avere il lotto in area PIP, di rinunciarvi, e di chiedere la variante per andarsene in area agricola; che non si revocano, dopo anni, le assegnazioni del lotto a chi non realizza.
Noi riteniamo che ci sia da fare una ricognizione delle assegnazioni, revocare quelle rimaste ferme, portare a saturazione l’area industriale, completare l’infrastrutturazione come previsto nel PIP.
Ragionare in termini di comprensorio con Battipaglia, per avere la più grande area industriale del Sud Italia ed ottenere l’uscita autostradale: area industriale Eboli – Battipaglia e portare a compimento la realizzazione dell’interporto.
Ma al fallimento sullo sviluppo economico di questa amministrazione, e che coinvolge tutti gli artefici è a 360°.
Nulla si dice rispetto all’agricoltura, che questa amministrazione ha completamente dimenticato.
Nulla si dice rispetto alle varianti al PRG che hanno determinato l’aggressione all’area agricola; che hanno contribuito alla frammentazione della proprietà terriera; che propone che il “Prato” diventi area d’espressione urbana, che accumula ritardi rispetto al Polo agro – alimentare, che porta all’attacco all’area dell’Istituto Orientale una delle più fertili della Piana.
Noi proponiamo che si recuperi una normativa urbanistica che tuteli il suolo agricolo, che consente l’accorpamento perché le nostre aziende stiano sui mercati, che si ponga in termini ultimativi la questione del Polo agro – alimentare vista come opportunità per la Piana tutta, che si incentivi il recupero dei borghi e delle strutture rurali di pregio, che si promuova il marchio D.O.C. dei prodotti della Piana in accordo con gli altri comuni dell’area; e sostenendo e facendo crescere manifestazioni come “la Grande Bufala”.
Nulla si dice rispetto ad un turismo che non è decollato. Dove le modifiche del PUAD che era pronto a partire, le sanatorie a nord della litoranea, l’accettazione passiva delle colate di cemento nella pineta e sulla spiaggia fino a mare, hanno bloccato qualsiasi disegno di sviluppo. Nulla si dice rispetto al progetto “Costa del Sele” rimasto sulla carta nel silenzio assoluto; e sulle proposte di villaggi turistici sepolte dalla burocrazia.
Noi proponiamo che si riprenda, in accordo con gli altri comuni, il piano “Costa del Sele” che definisce tipologia e qualità di posti letto sulla costa, che definisca i parchi a tema, la portualità diffusa, la mobilità sulla costa, la tipologia ed il materiale dei lidi.
Certo, questo va in netta contrapposizione col miraggio del “porto isola”, che questa amministrazione ha sponsorizzato senza pudore!
Il commercio è scomparso in questi anni.
Una crisi profonda su cui nessuno ha inteso discutere.
Ci si è avviati verso il grande Centro Commerciale, perdendo anni per sponsorizzare l’insponsorizzabile, e poi giocando sul G.A.C.P. senza nessuna analisi sulla ricaduta locale.
Noi proponiamo che vada assunto il commercio come risorsa della nostra economia, e che si sviluppino i centri commerciali naturali, a tutela del commercio di nicchia e di qualità a fronte dell’invasione di centri commerciali che corrono il rischio di desertificare la città.
Per lo sviluppo economico diventa importante anche “l’industria del mattone”. Nessuno ha detto nulla quando questa amministrazione bloccando, per meri interessi clientelari, la attuazione del piano regolatore, divenuto operante a dicembre 2004, ha bloccato anche l’edilizia; non un piano particolareggiato è stato approvato, neanche quelli di servizio per cui è titolato il comune (penso a quello dell’area ospedaliera); nessuno ha detto nulla mentre si ragionava e si proponevano le varianti ad personam al PRG.
Noi pensiamo che l’industria del mattone sia importante per l’economia di una realtà come la nostra, nel mezzogiorno d’Italia. Ma questa deve svilupparsi entro una programmazione del territorio, per evitare che confligga con gli altri momenti dello sviluppo economico: da quello agricolo, a quello turistico.
Questo è il terreno su cui vogliamo tenere la discussione, ricordando che noi, rispetto a questa armata Brancaleone che ha governato Eboli in questi 5 anni, siamo stati e siamo l’alternativa.
Ricordando che questa amministrazione nulla ha avuto o ha a che fare col centro – sinistra, visto che si è retta e si regge solo sui voti dei transfughi del centro – destra, e chiedendo, con nettezza chi cerca di rifarsi una verginità: ma dove eravate, mentre avvenivano gli scempi che hanno fatto tabula rasa dello sviluppo economico di questa città.