mercoledì 22 ottobre 2008

Il Piano di rientro della sanità campana

Il piano di rientro dal disavanzo della Sanità in Regione Campania pone il problema di un disastro finanziario che ormai è sotto gli occhi di tutti.
In sede politica non possiamo non rilevare:

- Che il piano ospedaliero approvato dal Consiglio Regionale a fine 2006 è rimasto inapplicato, e vorremmo capire “in capo a chi pende” la responsabilità di questa scelta;
- Che la necessità di rientrare, entro fine 2009 di oltre 214 milioni di euro, non matura nel giro di qualche mese ma è probabilmente il frutto di gestioni inadeguate. Anche qui vorremmo capire “in capo a chi” la responsabilità.

Mettere in campo una strategia di rientro oggi e impensabile, anche per evitare un commissariamento che sarebbe una sciagura, così come lo è stato ed è quello dei rifiuti.
Muoversi, pertanto, entro compatibilità finanziarie così strette non è facile.
Io penso, tuttavia che un piano di rientro debba partire dalla garanzia di una qualità del servizio sanitario pari se non migliore di quella attuale. Non possono essere i cittadini a pagare scelte sbagliate.
La salute deve essere garantita in modo equo su tutto il territorio della Regione Campania.
L’attuale piano di rientro, a me sembra, penalizzi la provincia di Salerno e l’ASL Salerno 2 in particolare sono 763 i posti letto che vengono soppressi.
Di questi 529 nel pubblico e 234 nel privato.
Fra posti letto soppressi e quelli istituiti (nelle aziende) il saldo negativo e di 304 posti letto perduti, nella ASL SA/2 sono 298 i posti letto in negativo.
Io credo che bisogni razionalizzare la distribuzione dei posti letto; evitando soppressioni di Pronto Soccorso lì dove è indispensabile per evidenti problemi geografici, che gli accorpamenti come quello fra l’ospedale di Eboli e Battipaglia, debbano intervenire per migliorare l’offerta sanitaria in un territorio, e non per peggiorarla.
I fondi debbono essere certi e non ipotetici e nel frattempo non si possono svuotare ospedali già esistenti.
C’è necessità di riequilibrare il rapporto fra pubblico e privato.
Diventa difficile capire cosa significa l’aumento dei posti letto nel privato sulla riabilitazione mentre chiude il Da Procida (ove già esiste la piscina) e mentre si convertono 900 posti letto dall’acuto alla riabilitazione.
In ogni caso prima di parlare di chiusura e di soppressione c’è necessità di un chiaro piano di eliminazione degli sprechi.
Credo che gli emendamenti, che la delegazione provinciale dei Consiglieri Regionali presenteranno, debbano collocarsi in questa ottica per essere credibili al tavolo della Commissione.

Nessun commento: