L’ultima venuta del Presidente del Consiglio in Campania, oltre ad essere stata accolta dalle proteste dei cittadini di Chiaiano, di Acerra, dell’Avellinese, dove la militarizzazione delle aree destinate ai siti per l’emergenza rifiuti (tutt’altro che finita, come hanno rilevato le recenti inchieste televisive!) non ha impedito ai cittadini di quei territori, di scendere in piazza a difesa delle loro realtà, ha portato un nuovo regalo di Natale: il quinto termovalorizzatore.
Dopo quello di Acerra, di S. Maria la Fossa, di Salerno (che dovremmo chiamare dei Picentini), di Napoli è arrivato un nuovo termovalorizzatore.
Siamo tornati al primo piano Rastrelli! E ci volevano 15 anni di malessere sociale?
Qualche dubbio rimane, e deriva dalle cifre:
a) La Regione Campania produce circa 1.700.000 tonnellate di rifiuti annui!
b) Se si facesse la differenziata al 30% ( non al 40% o al 50%, ma il minimo!), e completasse il ciclo della produzione di Combustibile Da Rifiuti (CDR), per il quale in questi anni sono stati costruiti sette impianti (stendo un velo pietoso sulla tecnologia!) che oggi producono eco – balle che, appunto, andrebbero bruciate, la quantità di rifiuti da bruciare sarebbe di 630.000 tonnellate annue!
c) Il termovalorizzatore di Acerra, che tutti dicono prossimo alla conclusione, ma che dopo quattro anni è ancora ben lontano dal completamento, è tarato per bruciare 711.000 tonnellate (cioè più del rifiuto da bruciare prodotto da tutta la regione!)
Domanda ingenua a coloro che (Governo e Commissariato) (“possono ciò che vogliono, ma a me sembra, “non sanno ciò che fanno”) si può sapere a cosa servono cinque termovalorizzatori in Regione Campania, tarati per bruciare circa due milioni di tonnellate di rifiuti all’anno?
A fare cattivo pensiero si fa peccato, disse qualcuno, ma a volte ci si azzecca. Possiamo allora rivolgere qualche altra domanda ingenua?
1) E’ lecito pensare che la differenziata in questa regione rimarrà una parola vuota? (e del resto potremmo sapere come mai non si vede ancora in questa regione né un impianto di compostaggio per la frazione umida, né un impianto di lavorazione del percolato?)
2) E’ lecito pensare che quel CIP 6 è foriero di un grande “business”, per cui la “monnezza” è meglio aumentarla piuttosto che ridurla?
La mia impressione è che si vada incontro ad un altro disastro le cui conseguenze verranno piante dai cittadini campani ma festeggiate dalla camorra.
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