Esprimo la mia solidarietà agli uomini e donne di Pianura, impegnati, ancora una volta, dopo undici anni, a difendere il proprio territorio. Pur esprimendo la preoccupazione per forme di infiltrazione di facinorosi riconducibili, temo, direttamente dalla camorra.
Come qualche mese fa ad Acerra e poi a Serre, a Terzigno, a Giugliano, a Montecorvino e in tanti, tanti altri comuni piccoli e grandi di questa nostra regione, sono i cittadini a dover scendere in campo per dire no allo scempio ambientale che si sta, da anni, consumando in Campania, con il ruolo attivo della camorra e la clamorosa incapacità delle istituzioni e della politica di dare risposte credibili.
Quello che la crisi dei rifiuti porta in rilievo, se ancora ce ne fosse bisogno, è la sfiducia fortissima verso la politica e verso le istituzioni, di ogni ordine, che pervade la comunità campana.
In questo vuoto, di credibilità, buon gioco ha l’antistato, la camorra, che sui rifiuti ha costruito uno dei pilastri del proprio impero economico – finanziario. Attenzione massima su queste questioni! E attenzione dovrebbe porre anche chi oggi cerca di scaricare le responsabilità sul Presidente Bassolino. A parte che a giudizio c’è l’intera gestione commissariale, ma un vuoto istituzionale in questo frangente sarebbe un errore gigantesco!
C’è bisogno di scelte precise:
1) La politica dei rifiuti in Campania esca dal regime commissariale, su cui mi sembra nessuno riesca a dare un giudizio migliore del “pessimo”.
2) La questione torni nella sua sede naturale: il Consiglio Regionale. Il Governo eviti di inventarsi altri decreti emergenziali che riproducono, soltanto, un clima caotico del settore! Gestione ordinaria e straordinaria alla Regione.
3) Il ritorno al Consiglio, deve aprire la strada alla provincializzazione delle gestione, sulla base di una novellata normativa regionale che rivede la legge del 2007, di fatto, già inattuale!
4) La fase di transizione veda una struttura mista di alto profilo istituzionale composta dal Presidente della Giunta Regionale, i Presidenti delle Province campane, che lavori in stretto contatto con la Commissione Ambiente del Consiglio Regionale, che predisponga il ritorno alla gestione istituzionale!
5) Si aprano le discariche, sulla base di precisi impegni, con verifica della Commissione Consiliare regionale, sulla realizzazione e la gestione delle stesse, che vedano i cittadini delle aree ospitanti i siti, diventare protagonisti del controllo.
6) Si rompa qualsiasi tipo di rapporto con la FIBE, la cui presenza non ha più motivo.
7) Si smetta di far muovere i rifiuti in questa Regione, con costi esorbitanti e con vantaggi enormi per la camorra.
8) Si blocchino gli invii, che ancora oggi avvengono, di rifiuti in Germania.
9) Si blocchi la produzione di eco – balle, visto che quelle che escono dagli impianti di CDR della Regione Campania, non possono essere bruciate, e costituiscono soltanto un ulteriore elemento di appesantimento e di costi del ciclo dei rifiuti. Con l’aggiunta di ulteriori problemi: la ricerca di sempre nuovi siti per le eco - balle, ed il conseguente blocco degli impianti e dell’intero ciclo quando tali siti non si trovano.
10) Si riconvertano in tempi certi (2/3 mesi?) gli impianti di CDR in impianti di compostaggio, assenti in Regione, senza i quali la raccolta differenziata diventa un costo aggiuntivo, con l’umido portato in Sicilia o nel Veneto.
11) Si realizzano i depuratori atti a raccogliere il percolato delle discariche, che altrimenti rappresenta un ulteriore costo con destinazione, anche per esso, fuori regione.
12) Si smetta di inseguire la chimera del termovalorizzatore. Quello di Acerra doveva aprire quest’anno, ma non è a norma, aprirà forse nel 2009. E non servirà a nulla, perché le eco balle non sono a norma e non possono essere bruciati. Quelle di Santa Maria la Fossa ancora è nella fase delle autorizzazioni burocratiche e primo di cinque anni vedrebbe la luce e non servirebbe a nulla, perché quello di Acerra, eventualmente, sarebbe più che sufficiente a bruciare i rifiuti campani. E, comunque, nessuno dice che fine farebbero le ceneri (30% di quello che entra nei forni!).
13) Avviamo la ricerca su nuove strategie, avanzatissime, che stanno sperimentando in altri paesi, e che vanno oltre il concetto della “combustione”.
14) Avviamo, con meccanismi di incentivi e disincentivi, una raccolta differenziata spinta su tutto il territorio della regione, legando ad essa, per esempio, la contribuzione regionale ai comuni in qualsiasi campo.
15) Immediato accordo con le imprese per ridurre il carico degli imballaggi e della plastica. Anche qui con meccanismi di incentivi e disincentivi.
Se non ci avviamo su una strada nuova, questa Regione continuerà a vivere la drammaticità del dramma dei rifiuti con scientifica periodicità.
Strade nuove, per ridare fiducia ai cittadini.
A meno che a qualcuno non convenga questo permanente stato di tensione.
Gerardo Rosania
Come qualche mese fa ad Acerra e poi a Serre, a Terzigno, a Giugliano, a Montecorvino e in tanti, tanti altri comuni piccoli e grandi di questa nostra regione, sono i cittadini a dover scendere in campo per dire no allo scempio ambientale che si sta, da anni, consumando in Campania, con il ruolo attivo della camorra e la clamorosa incapacità delle istituzioni e della politica di dare risposte credibili.
Quello che la crisi dei rifiuti porta in rilievo, se ancora ce ne fosse bisogno, è la sfiducia fortissima verso la politica e verso le istituzioni, di ogni ordine, che pervade la comunità campana.
In questo vuoto, di credibilità, buon gioco ha l’antistato, la camorra, che sui rifiuti ha costruito uno dei pilastri del proprio impero economico – finanziario. Attenzione massima su queste questioni! E attenzione dovrebbe porre anche chi oggi cerca di scaricare le responsabilità sul Presidente Bassolino. A parte che a giudizio c’è l’intera gestione commissariale, ma un vuoto istituzionale in questo frangente sarebbe un errore gigantesco!
C’è bisogno di scelte precise:
1) La politica dei rifiuti in Campania esca dal regime commissariale, su cui mi sembra nessuno riesca a dare un giudizio migliore del “pessimo”.
2) La questione torni nella sua sede naturale: il Consiglio Regionale. Il Governo eviti di inventarsi altri decreti emergenziali che riproducono, soltanto, un clima caotico del settore! Gestione ordinaria e straordinaria alla Regione.
3) Il ritorno al Consiglio, deve aprire la strada alla provincializzazione delle gestione, sulla base di una novellata normativa regionale che rivede la legge del 2007, di fatto, già inattuale!
4) La fase di transizione veda una struttura mista di alto profilo istituzionale composta dal Presidente della Giunta Regionale, i Presidenti delle Province campane, che lavori in stretto contatto con la Commissione Ambiente del Consiglio Regionale, che predisponga il ritorno alla gestione istituzionale!
5) Si aprano le discariche, sulla base di precisi impegni, con verifica della Commissione Consiliare regionale, sulla realizzazione e la gestione delle stesse, che vedano i cittadini delle aree ospitanti i siti, diventare protagonisti del controllo.
6) Si rompa qualsiasi tipo di rapporto con la FIBE, la cui presenza non ha più motivo.
7) Si smetta di far muovere i rifiuti in questa Regione, con costi esorbitanti e con vantaggi enormi per la camorra.
8) Si blocchino gli invii, che ancora oggi avvengono, di rifiuti in Germania.
9) Si blocchi la produzione di eco – balle, visto che quelle che escono dagli impianti di CDR della Regione Campania, non possono essere bruciate, e costituiscono soltanto un ulteriore elemento di appesantimento e di costi del ciclo dei rifiuti. Con l’aggiunta di ulteriori problemi: la ricerca di sempre nuovi siti per le eco - balle, ed il conseguente blocco degli impianti e dell’intero ciclo quando tali siti non si trovano.
10) Si riconvertano in tempi certi (2/3 mesi?) gli impianti di CDR in impianti di compostaggio, assenti in Regione, senza i quali la raccolta differenziata diventa un costo aggiuntivo, con l’umido portato in Sicilia o nel Veneto.
11) Si realizzano i depuratori atti a raccogliere il percolato delle discariche, che altrimenti rappresenta un ulteriore costo con destinazione, anche per esso, fuori regione.
12) Si smetta di inseguire la chimera del termovalorizzatore. Quello di Acerra doveva aprire quest’anno, ma non è a norma, aprirà forse nel 2009. E non servirà a nulla, perché le eco balle non sono a norma e non possono essere bruciati. Quelle di Santa Maria la Fossa ancora è nella fase delle autorizzazioni burocratiche e primo di cinque anni vedrebbe la luce e non servirebbe a nulla, perché quello di Acerra, eventualmente, sarebbe più che sufficiente a bruciare i rifiuti campani. E, comunque, nessuno dice che fine farebbero le ceneri (30% di quello che entra nei forni!).
13) Avviamo la ricerca su nuove strategie, avanzatissime, che stanno sperimentando in altri paesi, e che vanno oltre il concetto della “combustione”.
14) Avviamo, con meccanismi di incentivi e disincentivi, una raccolta differenziata spinta su tutto il territorio della regione, legando ad essa, per esempio, la contribuzione regionale ai comuni in qualsiasi campo.
15) Immediato accordo con le imprese per ridurre il carico degli imballaggi e della plastica. Anche qui con meccanismi di incentivi e disincentivi.
Se non ci avviamo su una strada nuova, questa Regione continuerà a vivere la drammaticità del dramma dei rifiuti con scientifica periodicità.
Strade nuove, per ridare fiducia ai cittadini.
A meno che a qualcuno non convenga questo permanente stato di tensione.
Gerardo Rosania
4 commenti:
Rosania dice:
C’è bisogno di scelte precise:
1) La politica dei rifiuti in Campania esca dal regime commissariale, su cui mi sembra nessuno riesca a dare un giudizio migliore del “pessimo”.
E chi è la politica? Io, il povero anonimo che scrive sul blog del CONSIGLIERE REGIONALE ROSANIA?
2) La questione torni nella sua sede naturale: il Consiglio Regionale. Il Governo eviti di inventarsi altri decreti emergenziali che riproducono, soltanto, un clima caotico del settore! Gestione ordinaria e straordinaria alla Regione.
E perche' il consiglio regionale non si è riappropriato dell'argomento?
3) Il ritorno al Consiglio, deve aprire la strada alla provincializzazione delle gestione, sulla base di una novellata normativa regionale che rivede la legge del 2007, di fatto, già inattuale!
Avete già fatto un grosso pasticcio con la legge precedente sarebbe meglio dire cosa volete fare adesso PRIMA AI CITTADINI
4) La fase di transizione veda una struttura mista di alto profilo istituzionale composta dal Presidente della Giunta Regionale, i Presidenti delle Province campane, che lavori in stretto contatto con la Commissione Ambiente del Consiglio Regionale, che predisponga il ritorno alla gestione istituzionale!
I tempi, oggi servono date e scadenze, senza indicare i tempi la politica non è più credibile
5) Si aprano le discariche, sulla base di precisi impegni, con verifica della Commissione Consiliare regionale, sulla realizzazione e la gestione delle stesse, che vedano i cittadini delle aree ospitanti i siti, diventare protagonisti del controllo.
La Commissione consiliare regionale non è un organo tecnico, avete l'ARPAC e le ASL per i controlli: a quando un'agenzia che funzioni veramente, senza intromissioni della politica?
6) Si rompa qualsiasi tipo di rapporto con la FIBE, la cui presenza non ha più motivo.
Fatelo, siete voi che decidete!
7) Si smetta di far muovere i rifiuti in questa Regione, con costi esorbitanti e con vantaggi enormi per la camorra.
Fatelo, siete ancora voi che decidete!!
8) Si blocchino gli invii, che ancora oggi avvengono, di rifiuti in Germania.
Fatelo, siete sempre voi che decidete!!!
9) Si blocchi la produzione di eco – balle, visto che quelle che escono dagli impianti di CDR della Regione Campania, non possono essere bruciate, e costituiscono soltanto un ulteriore elemento di appesantimento e di costi del ciclo dei rifiuti. Con l’aggiunta di ulteriori problemi: la ricerca di sempre nuovi siti per le eco - balle, ed il conseguente blocco degli impianti e dell’intero ciclo quando tali siti non si trovano.
Fatelo, siete sempre e solo voi che decidete!!!!
10) Si riconvertano in tempi certi (2/3 mesi?) gli impianti di CDR in impianti di compostaggio, assenti in Regione, senza i quali la raccolta differenziata diventa un costo aggiuntivo, con l’umido portato in Sicilia o nel Veneto.
E fatelo, siete voi che potete decidere
11) Si realizzano i depuratori atti a raccogliere il percolato delle discariche, che altrimenti rappresenta un ulteriore costo con destinazione, anche per esso, fuori regione.
Fatelo...
12) Si smetta di inseguire la chimera del termovalorizzatore. Quello di Acerra doveva aprire quest’anno, ma non è a norma, aprirà forse nel 2009. E non servirà a nulla, perché le eco balle non sono a norma e non possono essere bruciati. Quelle di Santa Maria la Fossa ancora è nella fase delle autorizzazioni burocratiche e primo di cinque anni vedrebbe la luce e non servirebbe a nulla, perché quello di Acerra, eventualmente, sarebbe più che sufficiente a bruciare i rifiuti campani. E, comunque, nessuno dice che fine farebbero le ceneri (30% di quello che entra nei forni!).
Siamo d'accordo, ma non viene il dubbio che siete voi che potete fare. Smettete si inseguire chimere e fatelo...
13) Avviamo la ricerca su nuove strategie, avanzatissime, che stanno sperimentando in altri paesi, e che vanno oltre il concetto della “combustione”.
Dovete indicare i tempi, le date e le scadenze. Se non raggiungete gli obiettivi cosa succede?
14) Avviamo, con meccanismi di incentivi e disincentivi, una raccolta differenziata spinta su tutto il territorio della regione, legando ad essa, per esempio, la contribuzione regionale ai comuni in qualsiasi campo.
Fate!!! Cosa state aspettando? Vi abbiamo eletto per farlo!
15) Immediato accordo con le imprese per ridurre il carico degli imballaggi e della plastica. Anche qui con meccanismi di incentivi e disincentivi.
Fatelo, fatelo, fatelo, fatelo...
Se non ci avviamo su una strada nuova, questa Regione continuerà a vivere la drammaticità del dramma dei rifiuti con scientifica periodicità.
Basterebbe avviarsi, ai cittadini basta vedere che qualcuno si è avviato...
Strade nuove, per ridare fiducia ai cittadini.
Purtroppo la fiducia e'come l'anima: quando se ne va non torna piu'
A meno che a qualcuno non convenga questo permanente stato di tensione.
A chi ti riferisci? Mi sembra un tiro ad effetto per instillare dubbi ombrosi, ma a chi? A noi poveri cittadini campani?
Siamo al 9 gennaio e ancora il consiglio regionale non si è riunito.
Ma quale follia, guardiamo la regione sommersa dai rifiuti dagli schermi di porta a porta e nessuno pensa di riunire il massimo consesso regionale-
Politici veri avrebbero dormito nell'aula del consiglio regionale pur di trovare soluzioni.
Andatevene a casa.
Rispondo alle questioni sollevate, in modo molto intelligente, sul comunicato da me divulgato sulla questione dei rifiuti, cercando, in modo schematico, di andare anche io punto per punto:
1) Quando dico “la politica dei rifiuti in Campania esca dal regime commissariale.” Intendo dire che la gestione commissariale ha fallito, a mio avviso, sulla strategia che ha inteso mettere in atto per affrontare la questione rifiuti nella nostra regione.
2) Il Consiglio non si riappropria della questione rifiuti, in quanto siamo in regime di commissariamento da 14 anni, e questo viene decretato e prorogato, di volta in volta, dal governo. Il Consiglio, di fatto, è stato espropriato delle competenze su questa materia. Che poi ci siano, anche in Consiglio Regionale, forze politiche e singoli consiglieri che, per puro calcolo di convenienza, ritengano utile il permanere di questo regime commissariale, in quanto ciò consente di non “assumere decisioni”, ed essere sempre dalla parte di chi non è d’accordo con tale decisioni, questo anche è vero! Tant’è che non viene forte del Consiglio Regionale la richiesta di chiusura definitiva del regime commissariale e di reintegro dei poteri alla Regione.
3) La nuova legge regionale, a mio avviso ovviamente, deve decretare la chiusura e la messa in liquidazione dei Consorzi di Bacino, dove le competenze gestionali alle Province, ovviamente dotandole, di mezzi e risorse e creando delle precise forme di controlli, di incentivi e disincentivi al raggiungimento degli obiettivi che il Piano Regionale dei Rifiuti (anch’esso da predisporre dal Consiglio e non dal commissario) pone. Ma sono d’accordissimo sul fatto che un piano, così delicato debba essere preceduto da un grande lavoro di ascolto dei cittadini. Anche per recuperare quella fiducia e credibilità delle istituzioni, (e qui non condivido la irreversibilità della crisi istituzionale) che oggi è a livello altissimi.
4) Io penso ad una fase di transizione, dal punto di vista della riorganizzazione politico – tecnico del settore di non più di un anno. In cui si lavori seriamente per individuare, e dare i mezzi a tutti i soggetti chiamati a gestire il settore.
5) Una cosa sono i controlli tecnici sulla discarica, sulle ricadute ambientali e per questo ci sono, appunto, strutture tecniche previste. Io parlo di controllo politico da parte della Commissione Regionale. Ossia l’informazione sulle tempistiche della gara e di realizzazione, sugli accorgimenti per la sicurezza, sulla valutazione tecniche fatte per scegliere questo e non quel sito (motivazioni tecniche e non politiche). Oggi questo non avviene se non per spinta di qualche consigliere per promuovere forme di audizione. C’è bisogno di un ruolo attivo.
6) Non è, purtroppo, la Regione che decide. Il rapporto con FIBE è del commissario.
7) Anche sulla movimentazione dei rifiuti, è il Commissario che decide. Ecco perché della mia convinzione nella necessità di superare il regime di commissariamento. Lo stesso cittadino che chiederà conto al Consigliere Regionale del perché di alcune scelte sulla questione dei rifiuti, a quel punto, avrà ragione ad arrabbiarsi con il Consigliere il quale, in questo momento, con il commissario acquisisce le informazioni su quelle che succede esattamente attraverso lo stesso strumento che ha a disposizione il cittadino: la stampa.
Nei punti 8 – 9 – 10 – 11 – 12 : anche qui il problema e sempre legato al fatto che si superi il Commissariamento e il compito decisionale, ritorni in capo alla Regione e, quindi, al Consiglio Regionale.
13) io parlo di 2 o 3 mesi, il tempo necessario a che il Consiglio vari il Piano Regionale dei Rifiuti. La, in quella sede, vanno individuate le tecnologie cui, eventualmente, far riferimento. Se non si raggiungono gli obiettivi, che il Consiglio Regionale venga sciolto in quanto responsabile unico di un fallimento.
14/15) qui sono d’accordo, ci sono ritardi del Consiglio Regionale, anche se qualcosa è stato messo nella Legge regionale sui rifiuti sul cui giudizio negativo, per altro, concordo. Tant’è che non l’ho votata anche in dissenso al mio partito.
In conclusione, e per rispondere all’ultimo quesito, allorquando dico che può anche esserci qualcuno cui questa situazione di tensione permanente possa convenire, ovviamente non mi riferisco ai cittadini, ma da un lato ad una realtà infiltrante come la camorra, che sull’affare rifiuti sta costruendo imperi economici, e dall’altro lato a forze politiche, che come già detto, in questo clima pensano di cavalcare la protesta e determinare consensi elettorali.
Gerardo Rosania
"E' una notte cupa quella che cala su queste terre, perché morire divorati dal cancro diviene qualcosa che somiglia ad un destino condiviso e inevitalbile come il nascere e il morire, perché chi amministra continua a parlare di cultura e democrazia elettorale, come le più vane delle discussioni bizantine e chi è all'opposizione sembra divorato dal terrore di non partecipare agli affari piuttosto che interessato a modificarne i meccanismi."
Passano i giorni e la munnezza avanza, avanza, avanza avanza, avanza, avanza avanza, avanza...
Allora, che vogliamo fare?
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